sabato 17 gennaio 2009

Uno spazio per un confronto di idee senza censure

Quando e perchè nasce uno spazio di discussione tematica sulla politica e l'amministrazione della penisola sorrentina?
Evidentemente nel momento in cui si avverte l'esigenza di uscire fuori da schemi comunicativi desueti per i condizionamenti, diretti e indiretti, che la politica e i politici esercitano sulla comunità e inevitabilmente sulla comunicazione.
Bisogna resistere per non lasciar campo libero a persone e personaggi che, mascherandosi dietro la politica e dietro l'amministrazione della cosa pubblica, fanno il bello e il cattivo tempo "usus sui".
A pagare sono i cittadini o, meglio, la gran parte dei cittadini che non partecipano ai giochi della politica, ne subiscono gli effetti e soprattutto assistono impotenti allo sperpero di risorse pubbliche che alimentano un circuito perverso di potere, gestione, clientele, consenso, voti e ancora potere, incarichi e così via.
La Penisola Sorrentina è una realtà socio-economica contraddittoria, dove prevalgono logiche e metodologie di governo e di gestione della politica e delle amministrazioni che mal si conciliano con l'esigenza di una modernizzazione coerente con l'identità del territorio, con il bisogno di vivere un protagonismo autentico sui diversi scenari dove si "giocano" e si "decidono" le "sorti illustre e progressive" del Paese! Così ci si deve accontentare di un ceto politico complessivamente mediocre che, fatte le debite eccezioni, concepisce e vive l'impegno politico-amministrativo come unico momento di esaltazione personale finalizzato ad accrescere col potere anche il proprio status economico.
Anzi senza la politica e tutto il suo contorno molti di questi personaggi non avrebbero ricoperto cariche nè incarichi, non sarebbero stati investiti di responsabilità nè esercitato ruoli che richiedono grande equilibrio, competenza, professionalità e spirito di sacrificio per "servire la comunità", piuttosto che "servirsene" in chiave di conseguimento del proprio successo, per curare i propri affari e quelli del proprio entourage. E' fondamentalmente questione di cultura, di scarsa cultura, che fa di questo personale politico dei dilettanti allo sbaraglio che "giocano" con il futuro di un territorio e con gli interessi globali di una comunità a volte anche comodamente rassegnata a non interferire più di tanto con i "manovratori".
Noi ci vogliamo provare a fornire una lettura più appropriata di fatti e persone che, investiti di ruoli e funzioni pubbliche, sono spesso resistenti a ogni critica, al confronto sui contenuti e sulle conseguenze delle loro scelte e delle loro azioni e si arroccano in difesa dei propri interessi mascherandoli come interessi generali. Così non è, evidentemente, ma questi personaggi temono quella voce di bimbo che osa dire la verità: anzi violentano quel "bimbo" affinchè non abbia neanche la forza di pronunciarle queste parole.
Resistere perciò significa non rinunciare a fare la propria parte, anche se ciò diventa sempre più difficile e rischioso. Rischioso, si, perchè esiste una "camorra dei colletti bianchi" che si difende e offende con metodi diversi, ma con analoghi effetti, rispetto a chi ritiene avversario, nemico, minaccioso del proprio potere e dei propri interessi. Ecco allora la ragione di uno spazio dove almeno si possa testimoniare una residua volontà di resistenze civile, morale e politica aspettando...tempi migliori!
Derty...Sono le idee che danno identità, non i nomi!

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