giovedì 19 agosto 2010

MASSALUBRENSE, CEMENTO E ASFALTO SUGLI ULTIMI NOCI DI VIA REOLA

IL WWF SCRIVE AL SINDACO: “AL POSTO DEL CEMENTO SI SAREBBERO POTUTE UTILIZZARE PAVIMENTAZIONI MODULARI INERBITE ORMAI LARGAMENTE IN USO IN MOLTE CITTÀ D’ITALIA”


Il WWF Penisola Sorrentina ha scritto una lettera al Sindaco e all’Ufficio Tecnico di Massa Lubrense chiedendo la rimozione del cemento e dell’asfalto alla base degli ultimi alberi di noce di via Reola e l’impianto di vegetazione autoctona nell’allestimento delle scarpate!!! L’associazione ambientalista, a seguito di diverse segnalazioni pervenute, da parte di cittadini sempre più sensibili alle problematiche legate al verde pubblico e agli alberi in città, ha sottolineato all’amministrazione di Massa Lubrense come, in Via Reola, nell’esecuzione dei lavori di completamento dell’impianto polivalente per lo sport e il tempo libero di S.Agata si sia provveduto alla copertura completa della base, con cemento ed asfalto, fin sotto al colletto radicale, di alcuni esemplari arborei di noci sopravvissuti. Tale copertura rende di fatto difficoltosi, laddove non li impedisce del tutto, gli interscambi di acqua e sostanze nutritive tra il sottosuolo e l’esterno oltre a contrastare l’accrescimento degli alberi stessi rischiando, col tempo, di arrecare gravi danni fisiologici e meccanici alle piante. Il WWF ha chiesto quindi di rimuovere con immediatezza il cemento e l’asfalto presente alla base degli alberi sostituendolo, se necessario, con apposite griglie.
Inoltre, nell’ottica di dare un contributo alla ricostruzione della “Natura in città” utile al mantenimento della preziosa Biodiversità, il WWF ha suggerito che, nella sistemazione delle scarpate sterrate e delle aree a verde esterne all’impianto in costruzione, si utilizzino solo ed esclusivamente siepi, arbusti ed essenze arboree autoctone, evitando cultivar ed essenze estranee alla tradizione botanica locale (ad esempio le sterili pianti standardizzate come le solite conifere, le thuje, il pitosforo, il lauro ceraso, gli oleandri, gli alberelli di ”falso pepe”, i callistemon, le lagerstroemia, ecc.). In tal modo sarà possibile favorire la piccola fauna selvatica ed offrire ad insetti, farfalle, lucertole ed uccelli riparo e cibo. Le piante autoctone si sono infatti evolute insieme al nostro clima e gli animali sono abituati a nutrirsi delle loro foglie o bacche, e del nettare dei loro fiori, cosa che non accade con le essenze provenienti da altre latitudini.  “Gli alberi e le siepi di arbusti autoctoni – spiega Claudio d’Esposito Presidente dell’associazione - con la loro presenza e le chiome espanse e dense, creeranno preziose condizioni: ombra, riduzione degli sbalzi di temperatura, barriere contro il vento e l’erosione del suolo e nuove opportunità per molti piccoli animali che in esse vi troveranno rifugio, alimentazione, luogo per la riproduzione e per trascorrervi l’inverno. Inoltre tali impianti serviranno a meglio inserire le opere nel paesaggio circostante e ad ammortizzare l’impatto della vasta area asfaltata e cementata dove sarebbe stato auspicabile, invece, utilizzare moderne pavimentazioni modulari inerbite, come ormai largamente in uso in molte città d’Italia, per favorire il drenaggio delle acque e limitare la progressiva e devastante impermeabilizzazione del suolo. Dopo la triste e criticata aiuola spartitraffico di via Reola…dove i preziosi fiorellini (posizionati al posto dei grossi cedri segati) seppur dotati di sofisticato e costoso impianto elettrificato di protezione (???) sono già seccati poiché nessuno ha pensato a dotarli, piuttosto, di un semplice e ordinario impianto di irrigazione (!!!)…stavolta SPERIAMO invece che si vorrà provvedere, quanto prima, ad impiantare numerosi alberi, tra cui grosse e ombrose querce, castagni, carpini, biancospini e noccioli tipici del paesaggio di S.Agata, e ricostruire, in tal modo, parte del paesaggio naturale già distrutto nella costruzione delle opere sportive!!!”

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