La politica in Campania dopo le elezioni regionali...No a Bassolino commentatore politico!
Nei commenti post elettorali ha sicuramente sorpreso leggere sul Corriere del Mezzogiorno un editoriale di Antonio Bassolino che addirittura si cimenta nel dare consigli al suo successore. Ormai la realtà supera la fantasia e le parole di Bassolino assumono il sapore di un'ulteriore beffa dopo il tracollo del PD e del centro-sinistra, dopo il sacrificio di candidate come la sociologa Paola De Vivo che pur pensava di essere stata candidata in un partito normale e non in un clan dove l'interesse dei soliti noti a spartirsi i posti è famelico!
Povera De Vivo, non ha fatto tesoro dell'esperienza della giornalista Capacchione alle Europee, messa lì per far vetrina, tanto Bassolino aveva un solo cruccio: far eleggere il suo fido Cozzolino. Ha ragione invece il prof. Giuseppe Galasso, che sullo stesso giornale ieri ha commentato il voto nazionale e meridionale evidenziando ancora una volta l'assoluta assenza di una politica per il Mezzogiorno e i cronici ritardi della Campania su tutti i fronti. Sperando di non doverci subire un Bassolino commentatore politico, che mai però fa cenno alle sue numerose disavventure giudiziarie quale corollario permanente di un governo prevalentemente improntato alla cura del proprio "clan politico", il problema più serio che abbiamo di fronte è l'assoluta mancanza di una classe dirigente del centro-sinistra italiano e campano perchè quello promosso alle ultime regionali, anche se siederà nei banchi dell'opposizione, è un ceto politico troppo interessato a garantirsi la propria sopravvivenza politica e quella del "proprio clan"! Il che sicuramente non è foriero di una prospettiva per un sano confronto democratico tra chi governa e chi fa opposizione. In fondo si ripropone a parti invertite lo schema precedente, quando era il centro-destra la ruota discorta del bassolinismo per esigenze di bottega. La vittoria del centro-destra nasce solo sulle macerie prodotte in Campania da questo clan bassoliniano condito di varie minestre per cui il pericolo che a una dittatura se ne possa sostituire un'altra dovrà scongiurarlo il neo presidente Stefano Caldoro con atti e scelte coerenti, senza consociativismo e ripulendo là dove c'è da ripulire. A cominciare dall'infornata di nomine dell'ultimo minuto fatte da Bassolino per garantire uno stipendio e clientele elettorali a suoi fedelissimi. C'è bisogno di recuperare alla politica una grossa fetta di persone moderate che dal bassolinismo sono state messe alla porta solo perchè non in sintonia con la vision del clan. Così forse è possibile sperare in una svolta che riabiliti la politica e smentisca i luoghi comuni di questa campagna elettorale che deve dare alcune risposte urgenti anche in base agli impegni assunti con gli elettori. Basti considerare l'emergenza-casa e il piano demolizioni che riprenderà dalla prossima settimana trasformandosi col rischio di trasformarsi in una vera e propria bomba sociale. Caldoro si è impeganto a dare risposte immediate e concertate con il livello nazionale per salvare gli "abusi di necessità", non le speculazioni edilizie. Faccia presto se non vuole rompere subito il clima a lui favorevole e ritrovarsi nell'inferno dello scontro sociale.
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