lunedì 31 maggio 2010

Ancora una "segnalazione" di Antonetti all'Amministrazione di Sorrento

VALORIZZAZIONE E TUTELA DELL’AREA ARCHEOLOGICA IN LOCALITA’ CAPO DI SORRENTO,

SORRENTO - Si ritiene opportuno segnalare al Comune di Sorrento, all’Ufficio competente ed agli assessorati indicati in epigrafe, la seguente problematica riguardante il complesso immobiliare costituito dalla villa marittima di “Pollio Felice”, sita in località Capo di Sorrento, e dall’intera area circostante ricoperta da terrazzamenti adibiti a vigneti ed uliveti, sita sull’omonimo promontorio; il lungo periodo di abbandono ed incuria, cui questa perla della nostra penisola sorrentina versa ormai da circa 7 anni, stride fortemente con l’imponente investimento di danaro pubblico (seguito da vani ed inconcludenti progetti) operato dal Comune di Sorrento che ha acquistato, dalla Provincia Napoletana della Compagnia di Gesù l’intera area in parola, con atto di compravendita a rogito del Segretario Comunale, Dott. Andrea Ciccone, in data 23 dicembre 2003 per il rilevante prezzo di euro 3.100.000,00 (atto di cui ogni cittadino può trarre copia conforme). Una questione che riguarda non solo la pubblica fruizione di questo splendido sito archeologico, da parte dei nostri concittadini, ma anche la produttività dell’intero comprato turistico ricettivo della nostra penisola, che potrebbe annoverare detta bellezza tra le “aree di rilevante interesse e visitabili”.
Tanto esposto,
fiducioso nell’operato dell’assessore al patrimonio, Dott. Bernardo, che in occasione della segnalazione operata dal movimento civico “Conta anche Tu” relativa alla gestione, decoro e pulizia della Villa Comunale, ha dimostrato una inaspettata prontezza ed efficacia, che invece latita fortemente in altri assessorati,formalmente chiedo allo spettabile Comune di Sorrento ed agli assessorati competenti,di adottare le necessarie soluzioni al fine di evitare che un considerevole patrimonio immobiliare comunale, acquisito per un rilevante importo di danaro pubblico, venga abbandonato all’incuria più totale, invece di costituire una eccellenza per i nostri cittadini e turisti; soluzioni che non potranno prescindere dai seguenti fondamentali criteri:
a) gestione pubblica, o mista pubblica-privata, con partecipazione però, nell’ambito dei privati, di sole cooperative di giovani ovvero di società cui partecipino soci con età non superiore ai 35 anni, al fine di fornire opportunità lavorative ai ragazzi sorrentini, come ripetutamente promesso in campagna elettorale dall’attuale amministrazione;
b) ideazione di progetti condivisi con i privati proprietari confinanti, tesi alla realizzazione di percorsi culturali che, sulla fortunata scia del collaudato modello “Pompei Scavi”, potrebbero creare un filone turistico di interesse unico in Italia, ottenendo risultati in termini di immagine, vivacità intellettuale, monitoraggio continuo del territorio, creazione di un ulteriore indotto produttivo e nuovi posti di lavoro;
c) adempimento degli obblighi imposti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici a carico del Comune di Sorrento, a pena di nullità, nel citato contratto di compravendita, consistente nella manutenzione, restauro, valorizzazione, consolidamento, conservazione del complesso archeologico, nonché messa in sicurezza dell’intera area, il tutto mediante opere che dovranno comunque essere sottoposte al parere vincolante della stessa Soprintendenza competente;
d) assoluto divieto di attività edilizie speculative, in ottemperanza al divieto, contenuto nella specifica “dichiarazione di interesse culturale” (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, D.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42), di effettuare scavi, reinterri, modifiche del suolo, realizzare infrastrutture che pregiudichino la conservazione e la valorizzazione del complesso archeologico, interventi di edificazione o ampliamento dei volumi esistenti.

Avv. Giovanni Antonetti

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