Condono edilizio: si o no? Demolizioni ferme fino al 31 dicembre anche in Penisola, ma poi....
Il Senato ha approvato la norma di sospensione degli abbattimenti dei manufatti abusivi fino al 2011 e nello stesso tempo il Governo ha previsto una sanatoria per gli immobili abusivi, ma accatastati, nell'ambito della manovra da 24 miliardi di euro approvata per fronteggiare la crisi economica del Paese. Per quanto concerne la sospensiva - ora il decreto passa alla Camera - sono stati inclusi anche i manufatti realizzati in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, subordinatamente alla scadenza del 31 dicembre 2010 termine entro il quale la Regione dovrà adottare una normativa che rimuova il regime vincolistico. Nel decreto-governativo si contempla la denuncia al Comune dell'abuso, ma non la sua sanatoria urbanistica se in contrasto con le norme del PRG.
In poche parole chi si denuncia e paga - poco - sul piano degli oneri fiscali, automaticamente rischia un provvedimento di demolizione. Chi non si autodenuncia entro il 31 dicembre 2010 e viene scoperto dall'Agenzia per il Territorio dovrà pagare le tasse relativamente agli ultimi 5 anni e in ogni caso resta abusivo. Insomma regna la più assoluta incertezza su una materia, quella urbanistica, che resta disciplinata dalle leggi regionali per cui l'intervento del Governo punta chiaramente ed esclusivamente a "far cassa" spostando il problema dell'appllicabilità o meno della norma, quindi della sanatoria, a livello regionale e comunale dove vigono strumenti urbanistici e regolamenti insuperabili rispetto alle norme varate. E' per esempio il caso della Penisola Sorrentina-Amalfitana dove la legge regionale 35 - PUT - continua a produrre tutti gli effetti vincolistici e quindi la sospensiva delle demolizioni ha breve durata (fino alla fine dell'anno) dovendo il consiglio regionale approvare una nuova norma, circostanza che sicuramente non è semplice e che sposta di nuovo a valle la soluzione di un problema visto che trattasi di materia delegata alle Regioni.
Allo stato comunque non c'è alcun esplicito riferimento a un nuovo condono edilizio, anche se le associazioni ambientaliste e i partiti contrari alla sanatoria lanciano preoccupati appelli contro quest'ipotesi che potrebbe invece riaffacciarsi in sede di conversione definitiva del provvedimento.
Allo stato sembra invece destinato ad aumentare, e non poco, il contenzioso e il lavoro degli avvocati.
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