mercoledì 2 giugno 2010

Berlusconi irrompe a Ballarò e sbatte il telefono...

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha fatto "irruzione" nel programma televisivo "Ballarò" condotto da Giovanni Floris per contestare la ricostruzione fatta dal giornalista di Repubblica Massimo Giannini circa la sua azione contro l'evasione fiscale o, meglio, la non azione. Una telefonata irritata, piena di livòre che sicuramente non si addice a un Capo di Governo, tanto più che entrare d'autorità in una dibattito televisivo e conludere l'intervento "sbattendo la cornetta" fisicamente in faccia al pubblico è stato un comportamento incivile, stigmatzzato dal conduttore e dal pubblico. La politica, insomma, non accetta che ciascuno faccia il proprio mestiere: in questo caso l'opinionista o il commentatore politico, il giornalista, etc... E reagisce in modo sempre più inadeguato. Nella famigerata "prima repubblica" anche il rispetto dei ruoli e delle relative funzioni faceva parte di un gioco che, in fin dei conti, escludeva la personalizzazione del confronto e dello scontro politico, dialettico e così via. Che cosa significa?
Significa che il giornalista, nell'esercizio del proprio mestiere, che è poi quello di indagare, di scoprire i fatti e soprattutto i presunti misfatti di chi gestisce il potere per rappresentarli all'opinione pubblica e animare un democratico confronto, diventa invece l'avversario soltanto per il fatto di aver reso conoscenza pubblica.
Questo è forse uno dei motivi per i quali oggi la lotta politica si è inasprita con nefaste conseguenze sulle libertà democratiche. Berlusconi anzicchè replicare nel merito, come è logico e come si aspetta un qualunque spettatore, aggredisce l'interlocutore, lo presenta come l'artefice di un complotto, si infuria cercando di intimidire e, in fin dei conti, si sottrae al dovere di rispondere.
Il potere politico, a qualsiasi livello, avendo la prerogativa della gestione degli interessi pubblici per conto della comunità, ha il dovere, l'obbligo di dar conto del proprio operato, pubblico e privato. Ancora di più oggi! Occorre che si riscopra innanzitutto questa dimensione se si intendono far sopportare al Paese e ai suoi Cittadini sacrifici così pesanti e forse anche ingiusti vista la situazione in cui viviamo e lo spettacolo che ogni giorno la politica fornisce con malcostume e malversazioni perpetrate ai danni di tutti.
Ancora una volta,quindi, non è stata una bella scena quella del Cavaliere in Tv...Peccato che i suoi "uomini di comunicazione" non sappiano correggerlo per evitargli inciampi così gravi e cadute di stile che in ogni caso non si addicono all'uomo politico il cui dovere è sempre e innanzitutto di rispondere nel merito sulle questioni, anche quelle più toste e che mettono in difficoltà. Solo così si diventa - e si è percepiti - come espressione di una classe dirigente e non di un ceto politico...Per chi ne conosce la differenza!

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