venerdì 13 agosto 2010

"Monte Faito non è la Giamaica...", l'intervento di Marina Isidori, presidente Pro Loco "Pro Faito"

VICO EQUENSE - Lettera aperta di Marina Isidori, presidente della Pro Loco: "basta associare il gigante verde con la marijuana. Lavoriamo per il rilancio dell’area mentre Regione e Provincia latitano

"Apprendiamo con sconcerto da numerosi media che Monte Faito è da considerarsi la montagna della marijuana, quasi fosse la Giamaica, per le coltivazioni di cannabis sequestrate e distrutte alle sue falde. Facile è l’abbinamento tra un nome di una località, situata all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari, con la sua comunità di residenti, di proprietari di abitazioni, di gestori di piccole imprese di ristorazione e turismo, di associazioni per la salvaguardia del territorio, di villeggianti, di appassionati di attività sportive e un territorio vasto che comprende il quadrilatero Castellammare, Gragnano, Quisisana e Lettere, spesso ostaggio di attività criminose. Alcuni i continuano ad associare il Faito, in maniera puntualmente denigratoria ed estremamente superficiale per il facile “abboccamento da notizia” a causa di un unico spiacevole evento verificatosi numerosi anni fa , ad ogni crimine a partire dall’uccisione di cani, al mattone selvaggio, ai resti di riti satanici e oggi alla coltivazione della canapa. Il Faito, frazione del Comune di Vico Equense, è una località di grande pregio paesaggistico e con grandi tradizioni, dove da anni, tutti coloro che vi insistono, con grande impegno e numerosi sacrifici cercano di promuovere e realizzare azioni tese alla sua salvaguardia ambientale e alla sua valorizzazione mediante iniziative per il rilancio di una montagna ingiustamente penalizzata. Spesso, i residenti, i villeggianti, gli operatori e le istituzioni locali si sono sentiti soli in tali azioni di difesa e di contrasto agli usi impropri del territorio. Oggi, l’assenza di Regione e Provincia, proprietarie dal lontano 2008 della montagna, emerge con un silenzio assordante. L’abbandono da parte delle istituzioni ha contribuito alle illegalità che continuano a verificarsi in un territorio vasto ma etichettato da un solo nome “FAITO”, che ha problematiche proprie ma decisamente lontane rispetto a quanti operano al di fuori della legge e che agiscono alle sue falde. Coloro che amano e vivono il Faito e che si stanno prodigando per superare la crisi economica degli ultimi anni, non possono accettare che singoli episodi delinqueziali, peraltro non verificatisi nel territorio comunale di Vico Equense, vanifichino i loro sforzi e distruggano la vocazione turistica e il tentativo di rilancio di un luogo pregevole. L’ospitalità delle strutture, la tranquillità dei luoghi e gli innumerevoli altri pregi dovrebbero piuttosto essere conosciuti e divulgati con gli stessi strumenti con i quali, non da oggi, gli stessi luoghi sono screditati".

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