martedì 9 giugno 2009

Voti e carriere politiche...riflettiamoci su per capire!

E’ il momento di una riflessione su questo voto europeo-provinciale, con riferimento alla penisola sorrentina, visto che di opinioni prima e dopo il voto su persone e programmi (dove ci sono) non se ne leggono, ma soprattutto non se ne fanno perché non se ne hanno o fa comodo non averne.
Le elezioni provinciali hanno messo a nudo le contraddizioni interne al centro-destra della penisola sorrentina dove esistono tre anime e un centro-sinistra in crisi, ma che si è avviato a muovere i primi nuovi passi dopo la crisi che l’ha investito.
La prima anima è quella del PDL ufficiale, cioè rappresentato dal Sen. Raffaele Lauro e dal coordinatore del partito a Sorrento Giuseppe Stinga con una serie di riferimenti, più o meno affidabili, sparsi nei diversi comuni della costiera da Vico Equense a Massalubrense.
La seconda anima è quella del centro-destra di Marco Fiorentino, sindaco di Sorrento, dei suoi assessori e consiglieri, dei suoi riferimenti sorrentini ed extra sorrentini insieme ai quali è riuscita a far eleggere un proprio esponente, Raffaele Apreda, alla Provincia, con un partito inventato.
La terza anima è quella di Pietro Sagristani approdato all’Udc, dopo la stagione vissuta nel centro-sinistra ex margherita e Pd, e che è riuscito mettere a segno il colpaccio di un’elezione da primo della classe.
Ma procediamo con ordine. Il PDL ha candidato Rosa Russo dopo il duro scontro Stinga-Fiorentino che da oltre un anno “vivacizza” la politica sorrentina e che ha finito col mettere fuori gioco i due contendenti a vantaggio di una soluzione di compromesso, di profilo istituzionale, ma condizionata dall’età anagrafica della candidata ma soprattutto politicamente “debole” per contrastare a Sorrento la controffensiva del Sindaco Fiorentino che ha subito la scelta fatta dal Senatore (o la mortificazione inflittagli). L’intento dichiarato di Lauro è stato quello di “non privilegiare alcuno degli ambiziosi e numerosi concorrenti del PDL peninsulare (non solo Fiorentino e Stinga) e riposizionarli su un simbolico nastro di partenza, senza favoritismi, in vista delle prossime prospettive”. Intento sicuramente pregevole sul piano dell’intuizione e tattica politica, ma che nella volgarità corrente si è tradotto in un vero e proprio boomerang per Lauro e Stinga rispetto agli agguerriti dissidenti “assetati di sangue…”.
I quali invece e forse contro le loro stesse previsioni, sono riusciti a centrare due obiettivi con un sol colpo: non far eleggere la Russo e promuovere alla Provincia il proprio candidato Apreda, più noto all’opinione pubblica col soprannome di Rafele ‘o gnurante. E’ stato uno schiaffo in faccia a chi ha scelto Rosellina Russo e a chi l’ha sostenuta nell’eroico tentativo di riportarla in provincia nella squadra del Presidente Cesaro. Un insuccesso che porta anche la firma di alcuni sindaci e amministratori della costiera che, quasi forzati, timidamente e solo all’ultimo minuto, hanno partecipato a qualche manifestazione elettorale in locali al chiuso, con buone dichiarazioni d’intenti che evidentemente non hanno avuto grande seguito o eco nel corpo elettorale.
E’ pur vero che il confronto tra le forze in campo tra PDL e la parte avversa, cioè Fiorentino&Co, è stato tutto a vantaggio dei secondi che sul piatto della bilancia hanno fatto pesare ruoli, responsabilità e poteri di governo che certamente hanno avuto la meglio sulla politica e sulla cultura della nuova politica professata dai primi.
Quindi alla Russo sono mancati deliberatamente i voti di un centro-destra sorrentino che ha inteso regolare i conti interni alla maggioranza amministrativa in chiave elettorale e con una lotta fratricida. (nella foto: Rosa Russo e Paola Di Leva, amiche-nemiche)
Forse sarebbe stato il caso di far prevalere il buon senso sui muscoli…Soprattutto quando sullo scenario della politica peninsulare si muove un “pescecane” del calibro di Sagristani cui non fa specie il colore politico della maglietta che indossa visto che è capace di gestire i voti a livello squisitamente personale meglio di chiunque altro: al punto da ricordare “mister centomila preferenze”, cioè l’ex On. Alfredo Vito, che vantava indiscusse capacità di governo del consenso.
Invece così non è stato: per il PDL sorrentino e peninsulare si apre allora una stagione difficile e che richiede l’adozione di scelte, oltre che di una linea politica, in grado di non portare Sorrento e Massalubrense alle amministrative del prossimo anno con un centro-destra spaccato e lacerato da lotte intestine.
A questo punto toccherà al Senatore sbrogliare l’intricata matassa? E come potrà Raffaele Lauro, e a quale prezzo, recuperare un ruolo super partes rispetto a tutto il centro-destra peninsulare? Il Partito, che dovrà darsi nuovi assetti politico-organizzativi in vista delle comunali napoletane e delle regionali campane, quali scelte opererà? Riuscirà a condividerle con un territorio dove i protagonismi individuali – e su questo ha ragione il Senatore – celano interessi egoistici a volte poco funzionali all’attuazione di un progetto politico più ambizioso?
Insomma c’è davvero di che interrogarsi…C’è di che ragionare e soprattutto di quali soluzioni escogitare per salvare capra e cavoli e non lasciar campo libero all’azione del pescecane!
La politica la si fa con testa, non con i muscoli…E anche Fiorentino sa che la sua potrebbe essere stata la più classica delle vittorie di Pirro se non terrà nelle debite considerazioni le implicazioni conseguenti alle sue scelte e che ne hanno, al momento, pregiudicato l’investitura a candidato del PDL peninsulare alle prossime elezioni regionali.
Il Sindaco è alle prese con il più atroce dei dilemmi, lo stesso che si è trovato davanti Sagristani dopo i dieci anni di sindaco ma con in tasca una carica di assessore provinciale che gli ha consentito di conservare un ruolo politico e pubblico esercitato con la massima disinvoltura e spregiudicatezza. Fiorentino giungerà alla scadenza del suo mandato con una sola carta in mano, capitalizzare questo decennio da primo cittadino per tentare il passaggio nella serie A della politica, la Regione, per la quale si sta scaldando i muscoli l’On. Nicola Cosentino candidato da Berlusconi per succedere al governatore Bassolino. Ma la Regione non è la Provincia! Alla Regione ci si va con migliaia e migliaia di voti e tanti soldi da investire oltre che con un’organizzazione perfetta della macchina elettorale. Tanto più in un partito come il PDL che schiererà pezzi da novanta per aggiudicarsi i preziosi seggi dell’assemblea regionale. Fiorentino questo lo sa, bene, e sa pure che un eventuale insuccesso unito alla perdita del Comune di Sorrento se dovesse diventare Sindaco una persona di non sua stretta e diretta osservanza lo metterebbe completamente fuori da ogni gioco. Ecco perché per Fiorentino la prima partita è quella di individuare la candidatura a sindaco di un fedelissimo o di un personaggio autorevole che gli lascerebbe il compito della “guida illuminata” nelle vesti di vicesindaco in caso non avesse altre poltrone istituzionali da occupare. Per di più col rischio di ritrovarsi sulla strada ancora una volta l’odiato (politicamente) Sagristani che da reuccio dell’Udc potrebbe aggiudicarsi alle prossime elezioni politiche una candidatura di vertice in lista e quindi l’agognata promozione a Roma. Politica e scacchi sono un esercizio vicendevolmente surrogante…consentono di guardare oltre, studiare, prevedere e realizzare mosse da cui ne dipendono o ne scaturiscono altre fino a mettere a segno il…matto! E Sagristani, con lo straordinario successo di cui è stato artefice, sta giocando sullo scacchiere peninsulare una partita che lo vede in netto vantaggio su tutti i concorrenti. Ecco allora che l’elezione di Apreda, oltre alla soddisfazione del momento, non ha peso né prospettive rispetto al futuro politico di Fiorentino: è semplicemente ininfluente se non addirittura pregiudicante eventuali accordi che dovessero maturare nella grande famiglia del centro-destra. Per questo Fiorentino ha confidato a qualche amico che da oggi c’è qualche problema in più con cui fare i conti da qui all’anno venturo…
E veniamo a Sagristani, il pescecane politico della costiera che ha letteralmente mortificato col suo successo il centro-sinistra dimostrandogli che esisteva soltanto grazie alla sua persona, ha spiazzato e intimorito un’UDC che l’ha visto prorompere sulla scena provinciale con una prepotenza elettorale incredibile che ne fa l’uomo nuovo e forte del partito col quale tutti, Cesaro incluso, dovranno vedersela da subito.
Sagristani potrebbe rivendicare legittimamente la poltrona di numero due, di vice presidente della Giunta provinciale, in base ad accordi politici siglati tra l’Udc e il PDL di Cesaro a sugello dell’anomala alleanza campana fatta dal partito di Casini con quello di Berlusconi, alleanza giustificata dal solo intento di sbaragliare il centro-sinistra bassoliniano da Provincia, Comune di Napoli e Regione Campania.
Sagristani è diventato il grimaldello di questo progetto targato Udc-Pdl e farà certamente pesare, oltre ai voti, le sue esigenze, quelle del suo collegio, le sue ambizioni parlamentari a coronamento di un’invidiabile carriera politica giocata, nello spazio di meno di vent’anni, su fronti opposti e sempre da protagonista indiscusso.
Questo è oggi Sagristani, un politico che sa il fatto suo, sa usare abilmente tutti gli strumenti del potere per aggiudicarsi il consenso e vincolarlo, sa essere spregiudicato al punto giusto e soprattutto cinico verso chiunque!
Ecco perché è un politico temuto…E ne sanno qualcosa nella sua cittadina, Sant’Agnello, incapace di affrancarsi dalla sua gestione e dove anzi si sta preparando una resa dei conti con il sindaco Gianmichele Orlando che da un anno gli è succeduto alla guida del municipio. Non per sua volontà, ma per obblighi di legge…Anche su questo cambieranno molte cose…Oltre a un ritorno sulla poltrona di primo cittadino a Sant’Agnello, cui Sagristani tiene più di ogni altra cosa come da sempre ha dichiarato ed è pronto a confermare in nome dello sviscerato amore che nutre per il suo Paese, Egli si adopererà perché nell’ambito della riforma elettorale che riguarderà enti locali, province e comunità montane incluse, venga abolito il vincolo del doppio mandato, così da poter assicurare a Sant’Agnello un’eterna governabilità doc: la sua!
Non si tratta di fantasie, ma di saper leggere nei fatti, nei comportamenti e nelle parole oltre che nelle menti e nei cuori della gente, anche di quella politica…
Infine il centro-sinistra, orfano del suo ex leader Sagristani che, dopo aver incassato il trauma del tradimento, ha dovuto fare i conti con una difficile competizione elettorale dove soltanto la disponibilità e in parte l’incoscienza politica di un assessore comunale santanellese, Pietro Gnarra, ha consentito al PD di salvare la faccia. Gli oltre 4500 voti raccolti da Gnarra nel collegio rappresentano la soglia di sopravvivenza, ma anche di reattività, di quest’area che ha un bisogno straordinario di rivitalizzazione se intende arginare l’espansione del centro-destra e il totale asservimento della Penisola al suo ceto politico. Se però ancora esiste un residuo spazio di manovra per il PD peninsulare, la riorganizzazione politica non può passare attraverso l’impegno di Gnarra che resta un ottimo cavallo da corsa quando in ballo c’è da aggiudicarsi i voti, ma non è assolutamente in grado di porsi come punto di riferimento politico-organizzativo del PD peninsulare.
Anche su questo fronte si possono giocare partite interessanti non solo in chiave elettorale ma in una logica di riequilibrio democratico dei poteri senza il quale non c’è un corretto esercizio di governo della politica e della cosa pubblica.
Per questo il PD dovrà promuovere un progetto nuovo e competitivo per la Penisola Sorrentina sul quale confrontarsi con le forze del centro-destra, oltre che con la società civile, culturale ed economica di questo territorio, per rianimare la dialettica politica fra le parti che è quello che veramente manca e che impedisce il corretto e generale esercizio della democrazia.

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