domenica 19 luglio 2009

L'assessore Terminiello indagato per "omicidio colposo" per la morte del napoletano Branchisio

SORRENTO - L'incidente marittimo che ha provocato la morte del 40enne napoletano Paolo Branchisio a causa dello scontro con lo scafo guidato da Antonino Terminiello, assessore al turismo del Comune di Sorrento, è l'argomento del giorno in penisola sorrentina e fa passare in secondo piano un'altra vicenda importante e delicata, anch'essa oggetta di cronaca qualche settimana fa, l'ennesimo incidente al Mostro di Alimuri.
Ma procediamo con ordine perchè l'incidente allo scoglio del Vervece ha rotto la tranquilla estate sorrentina portando alla luce nuovi rischi connessi a una sempre più affollata navigazione notturna nelle acque della costiera.
L'incriminazione di Terminiello dopo il lungo interrogatorio da parte degli inquirenti per capire come è avvenuto l'impatto tra i due scafi, è stata inevitabile e l'inchiesta dovrà accertare le responsabilità di un incidente che ha provocato la morte del 39enne napoletano proprio nel giorno in cui festeggiava il suo compleanno. Una coincidenza che suona fatale e che se non ha avuto conseguenze ancora più tragiche lo si deve soltanto alla tempestività e alla professionalità con cui gli uomini della Guardia Costiera guidati dal contrammiraglio Domenico Picone sono intervenuti per fermare la corsa impazzita del motoscafo privo di guida, con il Branchisio agonizzante e la sua compagna a bordo terrorizzata e incapace di controllare un mezzo che aveva riportato forti danni.
Un'impresa degna di uno stuntman e che merita un plauso generale. Per la famiglia della vittima il cordoglio dell'intera comunità sorrentina che certamente il sindaco Marco Fiorentino, in vacanza in Corsica, non avrà fatto mancare, così come all'assessore Terminiello, involontariamente responsabile di questa morte, va espressa quella solidarietà umana che è di grande conforto in momenti difficili come questo e per tutto quello che l'attende.
Quando ci scappa il morto, in queste come in altre vicende, le cose sono sempre più serie e le conseguenze vanno oltre le implicazioni tecnico-legali investendo la sfera morale.
L'episodio riapre il tema della sicurezza in mare e soprattutto in un'area protetta dove però il traffico diurno e soprattutto notturno è in forte crescita, spesso addirittura caotico: basta affacciarsi di notte da uno dei punti di osservazione più panoramici per rendersene conto.
Si è trasferito nelle acque il caos terrestre e le conseguenze non possono essere che le stesse con un aumento degli incidenti e delle situazioni di rischio.
Oltre agli inviti alla prudenza e le sollecitazioni a rispettare le norme con tanto buon senso, è indispensabile agire sul fronte della repressione perchè, lo sappiamo bene, l'italico malcostume non conosce freni o inibizioni e passato il clamore del momento tutto ritorna come prima, se non peggio.
L'andirivieni notturno con le isole, soprattutto Capri, impone l'adozione di regole nuove e questo dev'essere un obiettivo da conseguire rapidamente non per frenare la movida notturna, quanto per scongiurare il ripetersi di incidenti che possono essere ancora più gravi.
E veniamo al Mostro di Alimuri all'indomani dell'ennesimo incidente che, per fortuna, non ha causato un morto ma comunque un giovane pagherà per tutta la vita un'imprudenza e le sue tragiche conseguenze. Non è stato il primo nè sarà l'ultimo almeno fino a quando gli interessi della politica e quelli economici (mai come in questa vicenda strettamente correlati) non faranno prevalere quelli pubblici e quindi di sicurezza collettiva.
Il mostro dev'essere abbatutto perchè è pericoloso oltre ad essere un vero e proprio scempio per l'ambiente. Che i proprietari pretendano di realizzarvi un propriostabilimento balneare oltre alla riedificazione dell'albergo a Vico Equense, tirando in ballo Regione, Comune di Vico e Ministero dei BB.CC. può essere legittimo dal loro punto di vista e se suffragato dal diritto, ma certamente la messa in sicurezza dell'area non può essere ulteriormente subordinata al soddisfacimento di questo interesse privato.
Il Sindaco Gennaro Cinque e gli altri presunti responsabili di ritardi, inadempienze, omissioni ed anche connivenze hanno responsabilità oggettive per le quali devono rispondere senza ulteriori indugi o scaricabarili...
Gli oneri di demolizione sicuramente non possono ricadere sulle casse pubbliche tanto più se ai privati sarà concesso di ricostruire la struttura e di avvalersi anche dell'are balneare. Quindi il Sindaco proceda con un'ordinanza di demolizione in danno ai proprietari dimostrando di avere a cuore l'interesse pubblico che è prevalente su ogni altro, pur legittimo, interesse. Dopodichè si capirà pure che tipo di accordo avevano raggiunto l'ex ministro Rutelli con la famiglia Canale proprietaria dell'immobile collegata con l'attuale On. Cozzolino, all'epoca assessore regionale alle attività produttive della Campania.
Ci sono intrecci che a volte neanche si immaginano e che evidenziano come il conflitto di interessi non è solo un problema per il Presidente Berlusconi, bensì un fenomeno che riguarda tanti altri politici, sicuramente meno importanti, ma i cui interessi non sono assolutamente inferiori a quelli di Berlusconi, fatte le debite proporzioni. Questi interessi, non sempre legittimi, si materializzano spesso, sempre più spesso in un ceto di governo regionale della Campania tra i peggiori in assoluto e dove il conflitto di interessi è una costante, trasversale agli uomini delle istituzioni e a un quadro dirigente-funzionario legato a filo doppio a questi interessi di clan.
Non credo che a breve vedremo abbattuto il Mostro di Alimuri...forse meglio transennato e per questo più oggetto di desiderio da parte di tanti giovani alla ricerca di emozioni o soltanto di svaghi meno routinari.
Diversamente si consolidi la struttura trasformandola in un monumento vivente all'insipienza umana e lasciamolo alla curiosità di turisti e delle generazioni future che potranno rendersi conto delle scelleratezze compiute in nome del business in uno degli angoli del BelPaese.

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