martedì 28 luglio 2009

Non ci può essere turismo senza la filiera...

Il primo soggetto preposto a occuparsi di turismo è quello che possiamo definire come la “principale azienda” di un territorio, il Comune.
Un’azienda intesa sia nel senso imprenditoriale e per il consistente numero di personale dipendente (che difficilmente trova eguali in realtà imprenditoriali private), sia delle competenze che sono sempre più peculiari e che necessitano di esplicarsi in modo moderno e coerente con una vision d’impresa, pur sempre connessa all’identità socio-culturale ed economica locale e comprensoriale, così come alle aspettative della sua comunità.
E’ perciò impensabile che l’azienda-Comune svolga un ruolo secondario, se non addirittura marginale, nelle politiche turistiche in quanto quelle che abbiamo definito “situazioni di contesto”, rispetto alle quali si può misurare la qualità primaria dell’offerta turistica di un’area, determinano le condizioni più o meno favorevoli allo sviluppo turistico. E queste situazioni dipendono, quasi interamente se non esclusivamente, dall’Ente locale oltre che dall’intera comunità sociale e civile che vive e anima una realtà territoriale.
Ne deriva che in mancanza di un serio, concreto e autorevole protagonismo esercitato del Comune in ambito turistico non si possono creare quelle condizioni favorevoli affinchè l’operato dell’imprenditoria di settore si esprima al meglio e non deluda le aspettative degli ospiti, italiani e stranieri.
Per capirci basti pensare ai grandi temi che hanno un riflesso diretto sulla percezione che i turisti hanno di una località: è sufficiente per comprendere al volo qual è il ruolo strategico che compete a chi ha responsabilità di governo pubblico: mobilità e vigilanza pubblica, vivibilità e quiete pubblica, igiene e pulizia pubblica, sicurezza pubblica, qualità dell’ambiente e dei servizi pubblici, la comunicazione pubblica in tutte le sue diverse espressioni: dalla cartellonistica e pubblicitaria a quella segnaletica stradale.
All’informazione puntuale su tutto quanto avviene in una comunità e che assolutamente non può e non deve limitarsi agli stretti confini comunali, ma guardare al comprensorio peninsulare nel suo complesso per valorizzarne l’offerta culturale e artistico-folkloristica.
Se queste condizioni mancano in tutto o in parte, visto che rappresentano l’essenza stessa della civiltà e della qualità della proposta turistica territoriale, bisogna convincersi prioritariamente che la strada per consolidare le nostre attività turistiche passa attraverso la ridefinizione dei ruoli amministrativi e la condivisione di un progetto di marketing comprensoriale di quest’area fondato su un protagonismo moderno svolto dal principale attore, la politica.
Una politica che, non solo in quest’area, ma soprattutto in essa deve impegnare figure veramente all’altezza del compito che le attende, non già un ceto politico incapace di essere “visionary”, cioè visionario, ma in senso anglosassone del termine.
Avere cioè la capacità di guardare lontano e di operare scelte consequenziali.
Si tratta di acquisire un linguaggio condiviso tra i diversi attori di quella che possiamo definire a pieno titolo la “filiera del turismo”, perché il successo di ogni azione e di ogni proposta dipende da tutti quanti hanno titolo e ruolo per fare la parte che gli compete.
(2 – continua)

Etichette:

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page