lunedì 27 luglio 2009

E parliamo di turismo senza se e senza ma...

Il dottor Gaetano Mastellone dal suo blog e su FB sollecita la nascita di un'istituzione qualificata preposta a rilanciare il turismo delle Penisola Sorrentina e propone addirittura un sondaggio sull'argomento. Ovviamente la sua iniziativa è pregevole perchè, oltre a provenire da un attento osservatore, è anche il frutto di un'esperienza trasversale maturata sul campo per cui la sollecitazione dev'essere ancora di più apprezzata e tenuta in considerazione. Essa evidenzia la necessità di uscire da una serie di storici equivoci e di promuovere un'iniziativa seria e lungimirante per tentare di salvaguardare gli interessi della Costiera Sorrentina e dei suoi Operatori con tutti i riflessi che ne derivano sul piano sociale e culturale, oltre che economico, per questa comunità.
Il problema si sta facendo serio, un po' per la crisi economica internazionale, un po' per gli atavici ritardi e per le forti contraddizioni del settore oltre che per l'operato dei suoi attori imprenditoriali e istituzionali.
Cominciamo allora con l'identificare chi sono gli interlocutori da coinvolgere nell'operazione, partendo dalla considerazione che non c'è un interesse esclusivo o prevalente degli operatori del settore, ma un interesse generale della società peninsulare ad occuparsi seriamente del problema in un'ottica nuova, moderna e funzionale alle aspettative del mercato nazionale e internazionale per tutti i diversi target di pubblico. Se non si cominciano a riscrivere gli ambiti e le competenze dei diversi soggetti, si rischia di parlare a vuoto e di non intraprendere quel percorso virtuoso che, negli intenti di Mastellone, dovrebbe portare alla rinascita turistica della Costiera e quindi all'affermarsi di un protagonismo nuovo del settore a livello internazionale.
Oggi il turismo è concepito sempre di più in termini di qualità dell'accoglienza e non già quindi come un'esclusiva attività imprenditoriale ed economica.
E quando si parla di accoglienza e di buone condotte da praticare nei confronti degli ospiti, dobbiamo recuperare in primo luogo quella cconcezione culturale della "sacralità dell'ospite", cioè di chi sceglie di vivere la propria vacanza nelle nostre realtà, nei nostri territori.
Questo è un concetto fondamentale su cui confrontarsi e sul quale lavorare...perchè tra gli addetti ai lavori è scarsa, se non addirittura assente, la sensibilità su quelle che vengono comunemente definite le "situazioni di contesto" grazie alle quali una località assume un valore attrattivo più o meno forte per il turista.
Su questo aspetto la nostra imprenditoria turistica è, pur con le dovute eccezioni, piuttosto sorda: dobbiamo riconoscerlo per onestà intellettuale se vogliamo dare un contributo serio al ragionamento e tentare di mettere su un'iniziativa concreta rispetto alle tante che ogni tanto si sviluppano!
L'attenzione degli operatori è infatti prevalentemente concentrata sulla propria struttura che ai loro occhi è il centro dell'universo e che, negli intenti delle imprese turistiche, dovrebbe soddisfare tutte le esigenze degli ospiti.
Si tratta del primo errore cui occorre porre rimedio: l'albergo, qualunque esso sia, ha un valore secondario rispetto alla località che resta quella che fa scattare l'interesse turistico e quindi la scelta.
Dopodichè interviene l'individuazione del luogo dove soggiornare, cioè la struttura.
Va da sè quindi che la proposta turistica di contesto, cioè del territorio e della sua offerta paesaggistica, ambientale, storico-culturale, artistica e folkloristica, eno-gstronomica e così via, è prioritaria rispetto all'offerta della location, sia essa un albergo, un B&B o altro...
Altrimenti basterebbe realizzare in un deserto un albergo a 6 stelle e lì gli ospiti troverebbero di tutto e di più...Evidentemente così non è!
Questo ragionamento riguarda per esempio il settore crocieristico dove è la nave e la sua variegata organizzazione e straordinaria offerta interna a calamitare l'attenzione dei turisti, più delle città che fanno da semplice contorno, quasi un accessorio, alla vita del crocierista.
La crociera la si vive a bordo...E quindi è li che si consuma la qualità dell'accoglienza.
Basta ascoltare il resoconto di un qualsiasi crocierista per rendersene conto: su 100 ricordi neanche il 10% riguardano le località terrestre visitate negli "sbarchi mordi e fuggi".
Per questo il sociologo Domenico De Masi parla appropriatamente delle navi da crociere come di "condomini galleggianti".
Allora per discutere seriamente di turismo e di futuro del turismo sorrentino dobbiamo cominciare a confrontarci sulle situazioni di contesto che la Penisola è oggi effettivamente in grado di offrire sul mercato turistico nazionale ed internazionale.
(1 - continua)

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