venerdì 22 maggio 2009

Ma perchè Rosellina Russo e Sagristani non si confrontano pubblicamente?

Questa campagna elettorale, non fosse che per gli scontri ingaggiati da Silvio Berlusconi con mezz'Italia, non appassiona più di tanto gli elettori, ma soprattutto i cittadini chiamati a votare per due istituzioni che avvertono molto, molto lontane.
La Provincia, un gigante con mmigliaia di dipendenti, uffici dislocati un po' ovunque, competenze per le più oscure alla maggioranza delle persone (a domanda risponde meno del 15% degli interpellati) che sono favorevoli all'abolizione. Quasi che con la soppressione delle province, con una specie di tocco della bacchetta magica, potrebbero scomparirebbero i dipendenti, l'odiosa e privilegiata burocrazia inutile e fannullona, le spese folli di gestione delle strutture, di (mal)funzionamento dei servizi e chi più ne ha più ne metta!
Insomma un ente estraneo per la maggior parte dei cittadini, tranne che per i prelievi fiscali di competenza che assottigliano le buste paghe e i redditi dei lavoratori e delle loro famiglie.
Che cos'è, per esempio il PTCP? Neanche molti consiglieri comunali conoscono l'acronimo, che è importante perchè inerisce la programmazione urbanistica territoriale e sulla quale si giocano i destini dei nostri territori, fra quelli che vogliono svincolarli rispetto al PUT e chi invece vorrebbe vincolare il piano alle norme del PUT. E mica è cosa da nulla! Per non parlare dell'edilizia scolastica: scuole perennemente disastrate, dai tempi del mega-programma "Falcucci", a cavallo degli anni 80/90, che avrebbe dovuto realizzare un restayling generale dell'ospitalità scolastica. Si risolse invece nel mega-scandalo della tangentopoli nazionale e partenopea. I risultati li abbiamo ancor sotto gli occhi e li vivono quotidianamente i nostri studenti e gli insegnanti, gli amministratori locali che fanno i conti con strutture per lo più scarsamente agibili o addirittura inagibili, senza osservanza delle norme sulla sicurezza e perennemente a rischio incolumità pubblica.
E ancora ambiente e lavoro, un po' di turismo e attività produttive. In pratica deleghe piene o parziali, a seconda degli umori della Regione Campania.
Per chi si affaccia, da candidato, in questo mondo c'è poco da dire: gli è del tutto estraneo e quindi su poco o nulla è in grado di confrontarsi.
Per chi, come per esempio Pietro Sagristani, assessore uscente alla soldiarietà, ha vissuto dall'interno e in una posizione privilegiata la vita e le vicissitudini amministrative provinciali, è chiaro che discutere di problemi, di competenze, di programmi e di prospettive è più agevole, ma anche importante perchè consente un confronto sui fatti della quotidianità, esercizio che al candidato dell'UDC è familiare, consono alla sua mentalità di sindaco|
Lo stesso dicasi per la candidata del PDL, Rosa Russo, che può vantare un'importante esperienza, anche se un po' datata, in Provincia dove ha ricoperto la carica di consigliere prima e addirittura di Presidente dell'Ente in una stagione molto complessa, quella degli scandali di tangentopoli e di decimazione della classe politica napoletana e non solo.
Una donna che in quella circostanza ha saputo mostrare equilibrio, fermezza e una capacità di confronto a 360° che ne hanno costruito l'immagine con la quale la Signora di Piano è riuscita a cavalcare da protagonista, anche se in ruoli diversi, questa lunga stagione fino alla ricandidatura di oggi.
E sono loro, Sagristani e la Russo, i se non unici principali antagonisti, pur militando nella stessa area del centro-destra: sostengono l'On. Luigi Cesaro del PDL e quindi potrebbero risultare un'accoppiata vincente in caso di elezione di entrambi, ipotesi non peregrina!
Tutto il resto, nell'area del centro-destra con le 14 e passa liste, è aria fritta: gente accontentata con un posto in liste che mai e poi mai potranno raggiungere il quorum del 2% del voti utili ad aggiudicarsi almeno un seggio nel futuro consiglio provinciale.
Impresa ardua, se non impossibile, ma che può produrre un effetto pericoloso: la dispersione del voto e la non elezione di alcun candidato nel collegio della costiera sorrentina e Capri. Questo si che è un rischio, messo nel conto ovviamente dai leader del centro-destra i quali sicuramente non si strapperanno i capelli se dovesse verificarsi questa eventualità. Anzi sarebbe la soluzione ideale per togliere di mezzo gli attori di questa debàcle: per Sagristani si risolverebbe in una punizione che nell'UDC stesso molti vorrebbero infliggergli...Ai militanti di più antica frequentazione col partito di Casini, l'arrivo sulla scena di questo fuoriserie della politica peninsulare con ambizioni di vicepresidenza della futura giunta, non va assolutamente giù.
...E che abbiamo fatto tutto questo casino in Campania per metterci con il PDL e facciamo eleggere l'ultimo arrivato, è il ragionamento che fa lo stato maggiore napoletano e campano dell'UDC. L'eventuale fallimento elettorale di Rosellina permetterebbe al sindaco di Sorrento Marco Fiorentino ed al suo entourage di alzare la cresta e di regolare i conti in casa PDL: in particolare con l'accoppiata Stinga-Lauro che gli ha sbarrato la strada alla candidatura provinciale quando ormai sembrava certa.
Una resa dei conti senza appello e che rischia di mandare in frantumi i delicati equilibri politici del PDL sorrentino a un anno esatto dalle elezioni amministrative quando, è pur vero che Fiorentino non è ricandidabile, ma imporrebbe la propria linea sul piano amministrativo indicando il proprio successore per correre alle regionali rafforzando la competizione locale, a meno che non dovrà vedersela con il grande assente di queste elezioni, l'On. Tiberio Insigne, consigliere regionale approdato anche lui al PDL. Ecco allora che nelle due ultime settimane di campagna elettorale potrebbe essere interessante un confronto pubblico tra i due candidati, Russo e Sagristani, perchè le loro esperienze e le poro potenzialità, se canalizzate nella direzione giusta, possono tradursi in una doppia elezione e scongiurare il ritorno al passato.
Avranno la maturità e la consapevolezza per fare un'operazione del genere? Personalmente credo di no, ma vorrei sbagliarmi.
Sul fronte del centro-sinistra l'impresa è davero ardua. Il Presidente Gino Nicolais, ex ministro ma soprattutto tecnico dell'innovazione di livello internazionale, non ha chances di vittoria.
Schiera una formazione ridotta e debole, dove molti uscenti hanno preferito lidi sicuri (posti e sistemazioni garantite) e il loro contributo alla competizione sarà prossimo allo zero. Checchè ne dicano!
Il candidato del PD, Pietro Gnarra, può confrontarsi in chiave tutta santanellese con Sagristani per rodergli consensi e riequilibrare una partita tutta in chiave comunale insieme al Sindaco Gianmichele Orlando, ma non sembra in grado di proporsi sullo scenario peninsulare come un concorrente accreditato per l'elezione, nè sa affondare il coltello nel fianco dell'ex esponente di un PD tradito e ferito.
In effetti Gnarra si è sacrificato su richiesta dei vertici regionali del PD impegnati a frenare l'emorragia di consensi che si abbatterà sul centro-sinistra. Anche qui le altre liste fanno da comparsa e difficilmente potranno centrare l'obiettivo della soglia minima per portare in consiglio qualche proprio rappresentante a sedere nei banchi dell'opposizione.
Una chance invece obbiettivamente potrebbe avercela Italia dei Valori che candida Francesco Ciampa perchè il partito dell'On. Di Pietro intercetterà tutti gli scontenti del PD, del centro-sinistra non allineato e gli antiberlusconiani. Inoltre nel collegio l'IDV ha due parlamentari, l'On. Antonio Palagiano e il Sen. Nello Di Nardo, che sicuramente non possono sfigurare nella competizione elettorale.
Per le Europee le cose non vanno assolutamente bene, nel senso cioè che la gente neanche la conosce l'Europa, nè conosce i temi europei e le grandi responsabilità e competenze del Parlamento di Strasburgo. Per di più dovrà (se vorrà) esprimere i voti di preferenza quando ormai sono stati concellati dalle consultazioni politiche e non c'è nessun rapporto con gli eletti uscenti, nè con gli aspiranti onorevoli europei.
Se c'è un'elezione nella quale il voto di preferenza non ha senso è proprio quella europea dove i partiti dovrebbero farsi carico di candidare tecnici, esperti autorevoli e in grado di confrontrarsi ai massimi livelli internazionali con pari grado e svolgere una politca comunitaria che è sempre più diretta a "condizionare", nel bene e anche nel male, le sovranità nazionali. Qui il voto di preferenza e per di più a candidati di basso profilo, incompetenti è davvero un lusso. Forse eleggeremo in Parlamento qualche attore in più o qualche personaggio più o meno noto, sicuramente eleggeremo qualche inquisito della Magistratura alla ricerca di un ombrello protettivo (alias immunità parlamentare). Sicuramente quelli che eleggeremo e non sono compatibili con il doppio mandato (per tutti Berlusconi e Di Pietro) non saranno poi quelli che materialmente svolgeranno questo incarico così importante per l'Italia e risulteranno così premiati i primi o i secondi non eletti.
Insomma un gran casino col risultato che l'Europa la terremo apparentemente sempre più lontana da noi, avremo una classe politica sicuramente non all'altezza del proprio ruolo così come lo è stata gran parte di quella uscente che si ripresenta senza neanche farci capire che cosa ha fatto nella legislatura trascorsa.
Una prova di forza da legegrsi tutta in chiave nazionale, cioè di rapporti di forza tra maggioranza e minoranze. E' fuor di dubbio che Berlusconi strapazzerà tutti gli avversari: chi è in grado di tenergli testa nel confronto diretto e nelle scelte degli elettori che, almeno il suo di nome lo scriveranno sulla scheda...Ma da qui ad arrivare a tre preferenze, come si chiede da qualche parte, ce ne corre assai...
Finita un'elezione passiamo alla prossima...Questo piccolo spazio di libera opinione di fatto si autoalimenta proprio grazie a questa permanente campagna elettorale che vive il nostro Paese.
L'anno prossimo si vota per le Comunali a Massalubrense e a Sorrento, ma soprattutto si vota per la Regione dove ci sarà il redde rationem bassoliniano.
Ecco allora che il circo barnum della politica non smonta le tende...Altro giro, altra corsa...

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