lunedì 11 maggio 2009

Polemiche a parte, il "caso Sagristani" merita una riflessione meno superficiale!

In Penisola Sorrentina infuria la polemica nel centro-sinistra all'indomani del passaggio di Pietro Sagristani dal PD all'UDC.
Il coordinamento peninsulare del partito di Franceschini, che candida nel collegio un altro medico di Sant'Agnello, Pietro Gnarra, insieme al commissario provinciale di Napoli il Sen. Morando, condanna la scelta dell'Assessore provinciale uscente e soprattutto invita i rappresentanti locali del partito a uscire dagli equivoci. E' chiaro il riferimento al consigliere metese Giuseppe Tito, storico esponente del PD locale e braccio destro del consigliere regionale PD Amato, che qualche giorno fa ha sostenuto la scelta di Sagristani dichiarandogli il proprio sostegno elettorale. Il caso-Sagristani va al di là del momento elettorale visto che assume connotati peculiari che prescindono dalle implicazioni di carattere politico.
L'influenza che egli è in grado di esercitare sull'elettorato locale fino a oggi non sembra conoscere limitazioni: candidato nel centro-sinistra o nel centro-destra per Sagristani raccogliere voti non sembra un problema e sicuramente la circostanza merita una qualche riflessione meno superficiale da parte degli addetti ai lavori e dei tanti osservatori.
In effetti Sagristani proviene dall'ala mensoriana della DC ed ha percorso la prima parte della sua vita politica, sulle orme del padre Giacomo, nella famiglia democristiana, fino alla crisi dell'amministrazione santanellese del sindaco Fiodo negli anni 90 quando, smettendo i panni di amministratore di maggioranza, passò all'opposizione insieme all'attuale vice sindaco Pasquale Esposito per gettare le basi della sua ascesa politica a livello amministrativo.
Nasce così la lista civica "Libertà e Progresso" con la quale scenderà in campo alle comunali sbaragliando ogni concorrenza e assurgendo a leader amministrativo e politico senza avversari. Un potere assoluto con una personalità forte e determinata e un obiettivo chiaro: cancellare ogni opposizione cercando un dialogo e un coinvolgimento in nome della cura degli interessi del paese. Così nessuno è più in grado di contrapporsi all'uomo politico che annienta ogni opposizione e con essa ogni reattività politica, fenomeno della cui pericolosità pochi si accorgono perchè il "volemose bene...sempre esolo per Sant'Agnello" diventa un virus che contamina le persone che apprezzano del Nostro l'affabilità, la disponibilità, la capacità di ascolto e di tradurre in azioni concrete le aspettative dei concittadini.
E' questo il Sagristani della prima esperienza amministrativa che trasforma Sant'Agnello nella cittadina dei fiori e ne costruisce un'immagine nuova, positiva.
Un Sindaco che mostra di sapere il fatto suo e che in cinque anni costruisce una nuova identità per Sant'Agnello, riuscendo a portare dalla sua tutta la compagine amminstrativa che, caso più unico che raro, è pronta a seguirlo nelle sue performance politiche che lo portano a passare da Forza Italia, partito cui è approdato dopo il crollo della DC, alla Margherita, quindi al PD per finire oggi di nuovo "a casa" nello scudo crociato dell'UDC di Casini per il quale corre alle provinciali 2009.
Il secondo Sagristani, quello cioè della seconda legislatura santanellese e quello della consiliatura provinciale (primo eletto nella margherita alle ultime elezioni) è tutto un'altra cosa, un uomo diverso che riesce a capitalizzare in modo eccezionale il lavoro svolto e soprattutto a calamitare attorno a sè consensi e voti che lo seguono ovunque, a prescindere dalla collocazione partitica.
Riesce ad utilizzare il ruolo di Sindaco per costruire una fitta trama di alleanze e di relazioni per le quali a Sant'Agnello si assumono le principali decisioni e determinazioni di livello anche comprensoriale e a Sant'Agnello trovano una porta aperta un po' tutti coloro che sono alla ricerca di un incarico, di un'opportunità e che diventano grandi elettori nel collegio.
Riesce addirittura a svolgere un ruolo determinante nelle politiche sanitarie dell'ex Asl Na 5 sotto la direzione di Gennaro D'Auria, riscrivendo la geografia sanitaria territoriale che diventa la sua base elettorale. Anche nella Gori, l'azienda pubblica per la gestione delle acque, saldamente in mano al PD bassoliniano, riesce ad affondare le radici e a garantrsi importanti spazi di agibilità.
Ma sono soprattutto i colleghi medici i primi grandi elettori di Sagristani, quelli che nel 2004 lo fanno eleggere a mani basse alla Provincia e poi ne sostengono le altre prove fino all'ultima alle Politiche 2008 quando Sagristani corre per il PD al Senato in un'impresa impossibile vista la collocazione in lista che gli dà il partito: al 14° posto.
Per Sagristani la fine del secondo mandato comunale, nel 2008, è un vero e proprio trauma: è costretto al passare il testimone nelle mani di un uomo della sua Giunta, l'ing. Gianmichele Orlando, di cui non si fida, ma sul quale si riesce a raggiungere un'intesa tra gli uscenti. Sagristani sa però che la sua uscita dall'amministrazione guidata da Orlando può sbarrargli definitivamente le porte comunali e perciò si attrezza, subito, prima delle elezioni con una doppia manovra: confeziona la lista di Orlando infarcendola di uomini fidati e ispira la nascita di una lista di opposizione (lista civetta) che gli serve per avere altri uomini fidati in Comune sia per garantirsi margini di agibilità amministrativa, sia per tenere sotto scacco Orlando. Una manovra che gli riesce in pieno puntando su un altro medico, Antonio Coppola, anestesista di Castellammare di Stabia dove lavora all'Ospedale San Leonardo, ma residente da una decina d'anni a Sant'Agnello dove ha sposato un altro medico, Luisa Sessa (otorino). Di Coppola Sagristani conosce le forti ambizioni politiche (appena un anno prima aveva tentato senza successo l'elezione alle comunali di Piano di Sorrento nella lista guidata da Maurizio Gargiulo, anch'egli medico). Per riuscire nell'operazione senza esporsi troppo essendo contemporaneamente impegnato con la candidatura al Senato per il PD, si avvale della collaborazione di un ex politico e amministratore di Piano di Sorrento con alle spalle una lunga carriera ed esperienza politica, Vincenzo Califano, anch'egli da anni residente a Sant'Agnello, che diventa l'animatore e il principale sostenitore di Coppola nell'organizzazione della lista e della campagna elettorale.
All'indomani delle elezioni che promuovono a pieni voti (oltre l'85% del consensi) la lista di Orlando, Sagristani può contare sul gruppo dei cinque consiglieri di minoranza guidata da Antonio Coppola. Un'operazione che però gli riesce a metà allorquando pretendendo che tutti i consiglieri santanellesi aderissero al PD nella stagione dei congressi e della nascita del nuovo partito, perdeva due esponenti della minoranza: Giovanni Salvati e Mario Coppola che non accettavano di aderire al PD.
Una ciambella quindi mal riuscita, ma che pur sempre gli permette di contare su altri tre consiglieri di opposizione: oltre a Coppola l'ing. Agnello Marone e l'ing. Salvatore Guarracino. L'errore che invece Sagristani commette in quest'avvio della nuova amministrazione è quello di pretendere da Orlando di nominarlo come assessore esterno, un modo per restare in prima linea ed esercitare un controllo diretto sull'amministrazione santanellese. Bastano tre mesi di questa esperienza per fargli capire che ha commesso un gravissimo errore politico in quanto assumendo anche la delega alla programmazione diventa il responsabile numero uno del successo amminsitrativo di Orlando. Capisce la contraddizione e si dimette, senza pensarci su, affidando al gruppo di Antonio Coppola il compito di insidiare sistematicamente la maggioranza e il sindaco Orlando, trasformandosi così in un prezioso suggeritore per l'opposizione.
Insomma Sagristani consuma un divorzio di opportunità e apparente dall'Amministrazione santanellese, ispira i fedelissimi e intanto prepara la sua rielezione alla Provincia dove capisce che per il centro-sinistra e per il PD i margini per la sua rielezione sono nulli o quasi. Senza perdersi d'animo si concentra nella gestione dell'assessorato provinciale alla solidarietà gestendo cospicue risorse economiche con le quali finanzia e sostiene progetti di scuole, parrocchie, centri sociali...
Insomma riesce a gestire fino all'ultimo minuto il potere assessoriale in barba al Presidente uscente Dino Di Palma (dei verdi e anch'egli in rottura col PD che non lo ricandida alla presidenza) e dallo stesso PD napoletano dopo aver giocato alternativamente con Andrea Cozzolino e Gino Nicolais nella stagione congressuale e per poi mollare il PD travolto da scandali a livello regionale e comunale: il PD mi ha tradito, urla e si dimette dall'assessorato in Provincia poche ora prima della presentazione delle liste che lo vedono correre con l'UDC! Insomma una performance politica degna del più spregiudicato Arsenio Lupìn mentre si realizzano una serie di coincidenza favorevoli che sembrano giocare tutte a suo favore.
A cominciare dall'UDC che a Napoli e in Campania sigla un accordo col centro-destra, mentre a Roma l'On. Casini è avversario di Berlusconi. A Napoli no e Sagristani comprende che è l'Udc il partito su cui puntare per tentare la seconda elezione alla Provincia e con essa restare vento in carriera col vento in poppa.
Sa che forse deve confrontarsi con un minaccioso avversario interno al centro-destra, il Sindaco di Sorrento Marco Fiorentino che cerca una proiezione napoletana essendo giunto anch'egli al termine del suo secondo mandato amministrativo.
Le lotte intestine al centro-destra alla fine si traducono nella mancata candidatura di Fiorentino cui il PDL preferisce la signora Rosellina Russo di Piano di Sorrento, già presidente dell'Amministrazione Provinciale di Napoli negli anni 90.
Per Sagristani si tratta della notizia più bella, di un vero e proprio regalo che gli consegna masse di elettori di centro-destra delusi dalle scelte del Centro destra napoletano!
Con Fiorentino infatti sarebbe stato uno scontro elettorale all'arma bianca a Sorrento, mentre con la Russo Sagristani vede spalancarsi vere e proprie praterie elettorali nelle quali il Nostro è pronto a correre e a spadroneggiare, intravedendo, anzi toccando anticipatamente un successo insperabile fino a qualche giorno fa.
La Penisola Sorrentina, storicamente vicina al centro-destra, assurta a roccaforte del PD con la gestione Sagristani si appresta a diventare oggi una roccaforte dell'Udc di Casini perchè gli elettori vanno dove va Lui, Sagristani, eroe di un tempo passato che grazie a un abile trasformsimo resiste...resiste...resiste!

Etichette:

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page