Anche un ventiseienne di Vico Equense arrestato per l'omicidio del consigliere stabiese Tommasino
NAPOLI - La polizia di Napoli ha identificato i presunti responsabili dell'omicidio del consigliere comunale di Castellammare di Stabia, Luigi Tommasino, ucciso in un agguato avvenuto il 3 febbraio scorso. A quanto si è appreso si tratta degli esecutori materiali del delitto, tutti appartenenti al clan camorristico D'Alessandro di Castellammare di Stabia. L'inchiesta sull'uccisione dell'esponente politico stabiese è coordinata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia. Tommasino potrebbe essere stato punito per essersi impossessato di una somma di denaro destinato al clan D'Alessandro. E' quanto emerge dalle attività investigative condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli. Resta da capire a che titolo si sia appropriato della somma di denaro.
Sottoposto a stato di fermo Salvatore Belviso, 26 anni, di Vico Equense, cugino e braccio destro di Vincenzo D'Alessandro, capo del clan cammorristico di Castellammare di Stabia. Ritenuto uno degli esecutori materiali del delitto, Belviso era stato scarcerato pochi giorni fa dopo che era stato arrestato dai carabinieri per un "cavallo di ritorno". Sono quattro i componenti del commando accusati di aver ucciso in un agguato lo scorso 3 febbraio il consigliere comunale di Castellammare di Stabia (Napoli) Luigi Tommasino. Oltre a Salvatore Belviso, 26 anni, cugino e braccio destro del boss Vincenzo D'Alessandro, ci sono Renato Cavaliere, di 37 anni, già detenuto, Raffaele Polito, di 27 anni e Catello Romano, di 19 anni. Questi ultimi due, dopo essere stati bloccati dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Napoli, hanno deciso di collaborare con la giustizia e sono stati avviati al programma di protezione. Attualmente si trovano in una località protetta. Tutti e quattro sono accusati di essere legati al clan D'Alessandro.
IL NOSTRO COMMENTO
La Polizia ha arrestato i brutali assassini di Luigi Tommasino sciogliendo così anche l'enigma di questa vicenda tristissima: Tommasino, in affari col clan camorristico dei D'Alessandro, ha sgarrato ed ha pagato con la vita l'errore o gli errori.
Tommasino sedeva in consiglio comunale a Castellammare; uomo del PD era considerato uno dei protagonisti del nuovo corso del centro-sinistra stabiese: la mattina del 3 febbraio, quando è stato ucciso, dichiarò all'epoca il sindaco Salvatore Vozza, avevamo preso un caffè al bar e scambiato quattro chiacchiere.
Ma di che parlava il Sindaco di Castellammare con un Consigliere in combutta o espressione del più potente e sanguinario clan stabiese?
Se rileggete il nostro post del 4 febbraio scorso, a commento del fatto di cronaca, abbiamo sollevato subito dubbi sull'accaduto.
Quando la camorra ammazza non lo fa per intimidire, ma per punire. Invece tutti a piangere (umanamente è comprensibile) e a sfilare contro la camorra, sindaca Jervolino in testa. E questo è sbagliato come già avvenuto con l'omicidio-Corrado 17 anni fa (oggi il figlio è assessore della giunta-Vozza).
Con ciò dimostrando uomini e donne delle istituzioni l'assoluta inadeguatezza a ricoprire determinate cariche pubbliche visto che non si ha la capacità neanche di discernere il bene dal male col quale ci accompagniamo ogni giorno...
Rileggiamo e rivediamo tutto quanto è stato detto ed è stato fatto in quei giorni da parte di tante persone pubbliche...
Verifichiamo rapporti di parentela che ineriscono anche la macchina amministrativa e uffici delicatissimi del Comune: la camorra è istituzione nel senso autentico, cioè occupa luoghi e ruoli istituzionali, politici e amminsitrativi.
La Città non è matura per una gestione democratica e soprattutto per una partecipazione democratica della comunità: è triste dirlo, ancora di più riconoscerlo, ma è grave non rendersene conto e soprattutto non capire il livello di contaminazione che ha raggiunto anche nelle realtà limitrofe dove si realizzano altri business e altre collusioni, senza sparare, ma sempre in gravissimo danno per le comunità locali.
Soprattutto impariamo a leggere i fatti scevri dai condizionamenti e dalle emotività...Anche quelli che ci riguardano più da vicino, perchè il problema dell'Italia non è solo Berlusconi, ma il degrado morale e civile del suo popolo o, meglio, della maggioranza degli italiani, purtroppo!
Etichette: Ansa
1 Commenti:
complimenti per aver avuto il coraggio di dire quello che tutti sanno o pensano. Collegare questa vicenda con quella Corrado mi sembra illuminante. Ora come allora le contiguità con la camorra tornano a galla. Ed ora come allora è la cosiddetta parte sana ( quella che si autodefinisce politicamente sana) a dimostrare che la crimilità tratta con tutti quelli che hanno il potere, a destra come a sinistra.
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page