E' forse il caso di "commissariare la democrazia" in Campania?
Ci ha pensato Gianfranco Fini, presidente della Camera dei Deputati, a mettere definitivamente fuori gioco dalla partita per le prossime elezioni regionali il sottosegretario On. Nicola Cosentino di cui i Magistrati napoletani hanno chiesto l'autorizzazione all'arresto per associazione camorristica esterna.
Vito Alfredo, i due fratelli Martusciello (Antonio e Fulvio), Paolo Cirino Pomicino e Italo Bocchino hanno di che stare allegri: i loro campanelli d'allarme, il tintinnar di manette che di cui avevano sentore da settimane corrispondeva alla realtà che, puntuale, si è manifestata sbattendo il nuovo mostro in prima pagina.
Dall'opposizione un silenzio eloquente visto che in Campania non è che il centro-sinistra stia messo molto meglio; ma ora la partita per le regionali si riapre e l'entourage bassoliniano sta affilando i coltelli per difendere Santa Lucia dall'attacco di un centro-destra in evidente affanno a riprendersi, per di più col rischio di ritrovarsi qualche problema anche in Provincia di Napoli dove il Presidente On. Luigi Cesaro è l'alter ego di Cosentino: anch'egli accusato di collusioni camorristiche, anch'egli inviso a una vasta area del partito campano e nazionale. Le indagini al momento non hanno rilevato di altri coinvolgimenti eccellenti che, nelle prossime ore, faranno capolino dall'inchiesta e potranno far luce sulla presunta rete di collusioni tra politica e criminalità organizzata in Campania, ma non solo. 'O Mericano e 'A Purpetta - questi i soprannomi dei due parlamentari del PDL - possono ritrovarsi insieme sul banco degli imputati con l'unico conforto politico più sincero del collega On. Mario Landolfi, anch'egli ritenuto in combutta con la camorra.
Quando lo scrittore Saviano ha scritto che la politica campana è ormai contaminata al punto che non si può distinguere tra i due campi avversari e soprattutto tra collusioni o rappresentanze dirette della camorra in seno alle istituzioni, ha detto il vero.
Oggi non siamo più in grado di distinguere la buona dalla mala politica, le brave dalle cattive persone, i politici perbene dai camorristi incalliti! Questo ci toglie la speranza e ci fa capire perchè il sogno di riuscire a risollevare la testa, con uno scatto di orgoglio e di dignità della comunità napoletana, casertana e in generale campana rischia di restare nel cassetto...delle buone intenzioni.
Forse è davvero il caso di commissariare la democrazia in Campania quale unica condizione per tentarne il salvataggio.
La cultura criminale ha tracimato dai contesti naturali (se tali li possiamo considerare) contaminando il tessuto sociale, produttivo e finanche culturale di questa regione. Il caso-Cosentino è soltanto l'ultimo della serie...Esso nasconde anche un'altra realtà che pochi sono però disposti a osservare e ad analizzare: la resa dei conti in atto tra camorra e politica di cui nei mesi scorsi abbiamo avuto sentore anche, ma non solo, con il caso di Noemi Letizia e il coinvolgimento del Premier.
Patti saltati, accordi non mantenuti, impegni dimenticati, affari plurimiliardari stanno alla base di questa faida politico-camorristica dove l'uccisione del nemico può avvenire brutalmente come con Gino Tommasino a Castellammare di Stabia o con i "guanti" come con Cosentino...
Qui non si tratta più di essere di parte, o di parteggiare per gli uni o per gli altri. Queste verità pochi la vogliono conoscere e vedere...Sui rifiuti, sulla loro gestione e sugli straordinari interessi in campo si stanno riscrivendo gli equilibri tra politica e malavita organizzata, non solo in Campania e soprattutto si sta costruendo il nuovo governo del territorio da parte dei vari clan!
Etichette: politica e malavita
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