martedì 6 aprile 2010

Caldoro: no a consiglieri-assessori. In corsa tra gli altri Bottino e Amendolara!

Stefano Caldoro, neo presidente della Giunta Regionale della Campania, è alle prese con il più arduo dei problemi di avvio legislatura: la nomina dei 12 assessori regionali che andranno a comporre la sua squadra di governo. Il Presidente li vorrebbe tecnici e tutti esterni: praticamente no a consiglieri-assessori, sulla falsariga del predecessore Bassolino. Gli eletti ovviamente non ci stanno, anche perchè sono stati artefici del successo, di voto in voto, con fatiche e con costi salatissimi. Ci sono candidati che hanno investito anche un milione di euro in questa campagna elettorale e certamente non ci stanno a restare alla finestra o a sottostare al dictat di Cosentino: chi vuol fare l'assessore si deve dimettere dal consiglio. Insomma, siamo alle solite e stupisce che persone che hanno una straordinaria familiarità con la politica non abbiano concordato prima se i consiglieri potevano o no andare in giunta senza dimettersi. Del resto se un senso bisogna darlo alle elezioni è anche quello di rispettare il consenso e quindi il risultato delle urne: altrimenti meglio dirlo subito agli elettori che i loro "beniamini", per quanto inondati di voti di preferenze, non assumeranno incarichi di giunta. E' chiaro che ne risulterebbe condizionato l'esito elettorale. Sempre a proposito di trasparenza, quella praticata non quella predicata, bene avrebbe fatto Caldoro, stando così le cose, a indicare al corpo elettorale anche chi sarebbero stati questi assessori tecnici esterni. Tutto questo per non finire di svuotare di significato il consenso e con esso i voti. Già la Carfagna e la Mussolini dimettendosi dal consiglio neo-eletto di fatto ingannano gli elettori che gli hanno attribuito il proprio voto e cosentono a due non eletti di accedere al consiglio. Se dovesse passare la linea-Cosentino si potrebbe avere un ulteriore turnover con 4 consiglieri neo eletti che si dimettono per entrare in giunta e sostuiti dai successivi 4 non eletti. In questo caso sarebbe ripescata alla grande la vicana Flora Beneduce, classificatasi dei non eletti (al 18° posto) con 13251 voti. Le si aprirebbero le porte del consiglio regionale, certamente un premio per una delle candidate che maggiormente si è spesa in questa competizione regionale. Ma ciò non cambia che l'esito del voto e le scelte degli elettori ne risulterebbero stravolti. Per due assessorati chiave della regione, quello alla P.I. e all'Agricoltura, Caldoro avrebbe pensato a due tecnici: Alberto Bottino, ex direttore regionale scolastico, Vito Amendolara, direttore regionale della Coldiretti Campania e contemporaneamente in corsa per una riconferma nella cabina di regia (giunta) del nuovo Consiglio della Camera di Commercio nominato da Bassolino tra i suoi ultimi atti di governo. E per la Sanità, da sempre un settore in mano a Ciriaco De Mita, si prospetta un suo uomo ai vertici dell'assessorato più indebitato d'Italia, ma sempre potentissimo. Un assessorato gestito col centro-sinistra nella passata legislatura e oggi gestito col centro-destra, ma pur sempre nelle stesse mani! Se questo si chiama rinnovamento! Per la P.I. certamente la scelta di Bottino non entusiasma chi conosce il mondo della scuola nel quale sicuramente l'ex direttore non si è contraddistinto durante la sua gestione. Per l'agricoltura invece, altro settore strategico e che ha visto Coldiretti campania flirtare per tutta la passata legislatura prima con l'assessore Andrea Cozzolino e poi con Gianfranco Nappi, si prospetta addirittura la nomina dell'uomo più potente in Campania che guida la più grande organizzazione agricola. Una scelta che proietta sicuramente il sindacato agricolo nell'area del centro-destra facendolo tornare ad essere parte attiva della politica regionale e anche nazionale viste le scelte che la Coldiretti sta facendo da qualche anno a questa parte.
Un'altra certezza riguarda il rimpasto in Provincia dove il Presidente Luigi Cesaro dovrà ricomporre la squadra di governo ed ha deciso di farlo contestualmente alla nomina dell'esecutivo regionale, chiudendo così tutte le partite aperte.

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