lunedì 12 aprile 2010

Solidarietà con la Comunità Polacca

CASAL DI PRINCIPE - Si sono radunati domenica sera a Casal di Principe, circa 100 cittadini polacchi che hanno voluto riunirsi in preghiera e rendere omaggio al Presidente della Repubblica di Polonia, Lech Kaczynski, alla moglie Maria ed alle altre 94 persone morte nel disastro aereo di Smolensk di sabato 9 Aprile.
L’iniziativa è stata tenuta a Casal di Principe, in Via Vaticale, nello spiazzale dove c’è la statua di Giovanni Paolo II: i tanti fedeli polacchi, provenienti da diverse città della Campania, hanno portato mazzi di fiori ed hanno acceso lumini, in omaggio al proprio Presidente. Tra loro c’erano persone anziane, genitori, ma anche bambini, che con il proprio cellulare hanno scattato una foto a quella del Presidente, che era stata riposta ai piedi della statua del Papa.
A tenere la preghiera di commemorazione è stato Jacek, frate missionario di Castel Volturno, che per l’occasione ha annullato tutti i suoi impegni, ed è stato accompagnato da Padre Claudio, il quale ha espresso parole apprezzamento nei confronti del popolo polacco.
“L’iniziativa è stata organizzata nella mattinata di domenica, nel giro di poche ore – ha spiegato Anna Smolinska, Presidente dell’ISTITUTO per la POLONIA, associazione che fornisce servizi per i cittadini polacchi e che si trova a Napoli in Via Duomo 214 – e subito i tanti fedeli hanno risposto al nostro appello; anzi, ce ne sono ancora altri che, non potendo venire stasera a Casal di Principe, sono vicini a noi col pensiero ed uniti nella stessa preghiera. È un momento tragico e storico per la Polonia, e così come a Varsavia, milioni di polacchi si stanno mobilitando per esprimere il proprio cordoglio in piazza con fiori e lumini, anche qui in Campania, abbiamo sentito il forte bisogno di organizzare qualcosa per la tragedia di Smolensk”.
“Avevamo necessità di questo momento – afferma la Signora Bogus, che vive in Italia da 12 anni – seguiamo con grande attenzione la televisione polacca, e di fronte alla forte mobilitazione del nostro popolo, qui ci sentivamo impotenti, perché ciascuno di noi avrebbe voluto essere al Palazzo Presidenziale. Ora, dopo questa cerimonia, ci sentiamo meglio. Inoltre, in un certo senso, abbiamo avuto l’opportunità di unire insieme e pagare il nostro tributo
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