La sentenza del "primo maggio" e il valore della "responsabilità"
SORRENTO - Con la sentenza di condanna a 4 anni e 2 mesi di reclusione per la tragedia del 1° maggio 2007 (quando Claudia Fattorusso e Teresa Reale rimasero uccise dalla caduta del carrello di una gru all'uscita dalla Chiesa) il Tribunale di Torre Annunziata fa giustizia su una tragedia che ha molti colpevoli oltre all'ex sindaco di Sorrento Marco Fiorentino che viene anche sospeso dall'esercizio dei pubblici uffici per un anno e due mesi oltre a dover risarcire i familiari delle vittime per circa 800mila euro congiuntamente a tutti gli altri condannati: i Donnarumma titolari della ditta: Francesco, il padre, (5 anni) e i tre figli: Aniello (3 anni e 10 mesi), Eduardo (3 anni e 4 mesi), Massimo (3 anni); Francesco Lombardi (3 anni e 3 mesi) il vigile urbano in servizio sul luogo dell'incidente e infine il parroco Don Peppino Esposito (2anni e 8 mesi) quale committente dei lavori.
Una sentenza che, al di là dei fatti e delle responsabilità, fa calare il sipario sulla figura politica di Marco Fiorentino dopo la sfortunata esperienza elettorale alle regionali con cui l'ex sindaco sperava di continuare a cavalcare il palcoscenico della politica.
Questo non tanto per la vicenda in sè che non è assimilabile a condanne per attività criminali, tangentizie o di malaffare. Piuttosto perchè testimonia ancora una volta un modo di concepire l'impegno pubblico, quindi politico e amministrativo, dove viene meno la funzione principale che sta in capo a chi ha responsabilità di governo: la vigilanza, il controllo, la terzietà rispetto a interessi che sono in grado di provocare anche tragedie, sicuramente non volute, ma inevitabili quando ognuno non fa il proprio dovere.
Se poi questa mancanza sia dovuta anche ad altri interessi, allora siamo di fronte a comportamenti criminosi nel senso autentico del termine.
Lo sapeva Marco Fiorentino che non ci sarebbe potuta essere assoluzione in questo processo che al di là del merito, lo si leggerà nelle motivazioni delle sentenza, sancisce la logica della responsabilità connessa all'esercizio della funzione pubblica. Una responsabilità che significa terzietà assoluta, rigorosa rispetto a tutto quanto inerisce il governo della cosa pubblica perchè chi è investito di un mandato pubblico ha l'obbligo, il dovere di esercitare il controllo, di vigilare, di denunciare tutto quello che non persegue il pubblico interesse e che in certi casi finisce col provocare conseguenze gravissime a terzi, irreparabili rispetto a qualsiasi sentenza o risarcimento.
4 Commenti:
Considerazioni totalmente condivisibili. Bravo
Viene messo in evidenza in tutta la sua brutalità anche un modo di amministrare la cosa pubblica nel dispregio totale delle regole e dell'interesse collettivo, che non può che portare ad una sola conclusione -oltre quella politica ben espressa da voi- l'interesse personale, privatistico, affaristico, di chi ha amministrato Sorrento negli ultimi anni come Fiorentino!
a mio modesto parere la condanna è una condanna sbagliata, che responsabilita puo avere un sindaco se accade una tragedia per via di lavori commissionati da un privato? sara anche stato un sindaco con troppa personalita ma cmq se adesso vediamo sorrento cosi com è lo dobbiamo anche al sindaco fiorentino che ha fatto di tutto per portare sorrento ad alti livelli, senza neanche farci sfiorare dalle tante crisi che si sono abbattute nella provincia di napoli come ad esempio l immondizia.
credo che con i suoi pregi e difetti è stato un grande Sindaco e credo che presto lo rimpiangeremo...
non condivido con il secondo commento
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