Sanità in Costiera. La dott. Beneduce: "valorizziamo le professionalità per incrementare i servizi"
Flora Beneduce, primario di Medicina Generale degli Ospedali riuniti della penisola Sorrentina, inaugura presso la sua unità operativa il servizio per la prevenzione alla puntura di imenottero
VICO EQUENSE - Incrementare l’offerta per gli utenti e lavorare per garantire servizi efficaci ed efficienti, nonostante la scarsità delle risorse disponibili. E’questa la sfida che affronta ogni giorno Flora Beneduce, primario di Medicina generale degli ospedali riuniti della Penisola sorrentina. Presso l’unità operativa che dirige, la dottoressa ha attivato il Servizio di Allergologia, dove è possibile prevenire e intervenire sui pazienti che hanno manifestato reazione anafilattica dopo la puntura di imenottero. È la prima volta che un ospedale della Asl Napoli 3 Sud avvia la prescrizione dei farmaci da utilizzare in caso di emergenza da puntura di imenottero e, in regime di day hospital, i test allergometrici specifici per allergia ad api e vespe, con eventuale vaccino desensibilizzante per raggiungere la protezione immunologica.
“Io e il mio staff ci impegniamo al massimo per rispondere alle richieste degli utenti – dice il primario Beneduce - Perciò abbiamo attivato un servizio indispensabile come questo, grazie anche alla disponibilità di professionisti come l’allergologa Marina Cutajar. Puntare sulle professionalità e valorizzarle è essenziale nel mio, come negli altri reparti”.
La puntura di un imenottero costituisce un evento imprevedibile, capace di indurre reazioni cliniche estremamente variabili, da una manifestazione locale lieve, a una reazione sistemica che può sfociare nello shock anafilattico. L'allergia al veleno di imenotteri può svilupparsi a qualsiasi età e in genere si manifesta dopo diverse punture; può essere considerato un problema di rilevanza sociale, sia per la gravità delle reazioni che può scatenare, sia per gli aspetti psicologici che possono condizionare la vita dei soggetti colpiti, spesso costretti a vivere in uno stato d'ansia per la propria incolumità. “I dati relativi ai casi di decesso per puntura di imenotteri sembrano sottostimare il problema se si considera che, nei casi di morte improvvisa intercorsi nei mesi da maggio a novembre, sono state rilevate IgE specifiche per imenotteri nel 23% dei decessi – spiega la dottoressa Cutajar - Secondo i dati delle letteratura scientifica, se si effettuasse i tests cutanei o la daterminazione delle IgE specifiche in una popolazione generale adulta asintomatica, si troverebbe positivita' ai tests in percentuale del 15%-25% circa. Infatti, da studi condotti è emerso che nel caso di una reazione moderata-grave insorta dopo la puntura di un imenottero, solo il 25% circa dei soggetti si rivolge ad un pronto Soccorso o al proprio medico di famiglia, il restante 50 % non si rivolge ad alcun sanitario, non permettendo di adottare idonee misure di prevenzione in caso di successive punture. Il riconoscimento dei sintomi di una reazione anafilattica e l'effettuazione dei protocolli terapeutici del caso, permette di ridurre la mortalità per anafilassi da veleno di Imenotteri e le reazioni sistemiche gravi in caso di successive punture”.
“Ho voluto fortemente che il mio reparto disponesse di questo servizio perché ritengo che l'immunoterapia per veleno di imenotteri sia una pratica di sicura efficacia clinica in grado, in caso di successive punture, di proteggere dal rischio di reazioni anafilattiche gravi e pericolose per la vita. Infatti, durante il primo anno di immunoterapia, ma già dopo i primi mesi, la protezione in caso di re-puntura nei pazienti trattati con vaccino è tale che si manifestano solo lievi reazioni locali”.
(3 - continua)
Etichette: politica e sanità
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