sabato 7 agosto 2010

Ma in Costiera non si mangia bene, soprattutto d'estate dove la qualità è scadente!

Nei giorni scorsi le cronache giornalistiche e televisive hanno riferito del sequestro effettuato dai Carabinieri dei NAS di bottiglie di limoncello di sorrento e provoloni del monaco contraffatti. Praticamente prodotti d'eccellenza della Costiera sorrentina confezionati in dispregio dei rispettivi disciplinari e senza la materia prima garantita. Si tratta, purtroppo, soltanto della punta di iceberg del fenomeno visto che la stragrande maggioranza dei prodotti nostrani, caseari in testa, nulla ha a che vedere con materia prima prodotta in loco. Del resto l'altro giorno, in occasione dell'incontro pubblico svoltasi al Municipio di Sorrento tra amministratori locali e tecnici con il neo assessore regionale all'agricoltura, Vito Amendolara, un commercialista vicano ha detto chiaro e tondo che il latte con cui si confeziona il fior di latte sorrentino e il provolone ed affini è tutto di origine tedesca: "...tanto le fatture d'acquisto passano per le mie mani", ha dichiarato il professionista per evidenziare la contraddizione che esiste tra il voler salvare un'agricoltura che ormai è residuo del passato che non ritorna e la realtà dei fatti. In questo periodo sono certamente più frequenti i controlli sulla qualità e salubrità degli alimenti in commercio e soprattutto per il diretto consumo in ristoranti, alberghi, agriturismi e in tutte le strutture dove si somministrano alimenti al pubblico.

Ebbene va detto senza remore che contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, la qualità dell'offerta gastronomica ristorativo-alberghiera è complessivamente molto al di sotto della sufficienza, ferme restando le eccezioni che, appunto, confermano la regola! E' questione di materia prima assolutamente scadente, che finisce nei piatti dei consumatori. A cominciare dal formaggio e dai suoi derivati che riempiono le pizze, spesso indigeribili e assolutamente improponibili a un palato più attento. Insomma, a fronte di prezzi sempre più elevati, si mangia male e soprattutto senza il rigorso rispetto delle normative in materia di origine del prodotto, di corretta conservazione e somministrazione. Le autorità di vigilanza, che pure sono attente e operative, dovrebbero comunicare con maggiore solerzia e puntualità gli esiti dei loro sopralluoghi per premiare coloro che operano bene e punire chi invece approfitta dell'estate, di agosto e della folla per somministare pietanze di scarsa, se non pessima, qualità. Su questo tema occorre elevare il livello di guardia anche perchè la qualità della ristorazione, punto di forza della costiera sorrentina, non può scadere a livelli minimi se non a rischio di compromettere in modo irreparabile l'immagine di questo territorio incapace di salvaguardare veramente i propri bene preziosi. 

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