Penisola Sorrentina e la nuova governance politica che nasce dalla Provincia!
L'On. Luigi Cesaro ha nominato la sua giunta d'alto profilo che guiderà la Provincia, si presume, per i prossimi 5 anni.
Ora è il momento di fornire una lettura politica in chiave peninsulare e quanto più oggettiva possibile di queste scelte, perchè da qui ai mesi a venire cambieranno ancora molte cose sugli scenari della politica napoletana e campana con dirette ripercussioni sulla costiera sorrentina.
Allo stato la Penisola è politicamente più debole di quanto non lo fosse prima delle elezioni provinciali, soprattutto oggi con il nuovo esecutivo voluto da Cesaro. Napoli e il suo hinterland confermano la propria centralità di governance istituzionale rispetto alla provincia che tra gli atti più importanti si prepara ad assumere la fisionomia di area metropolitana.

(gennaro ferrara, udc, vicepresidente giunta provinciale)
Che cosa significhi e soprattutto che cosa comporterà l'istituzione dell'area metropolitana di Napoli sfugge ancora a molti e la classe politica del territorio costiero poco si è soffermata a ragionare anche con i cittadini che cosa implicherà questa scelta non soltanto in chiave istituzionale (la rappresentanza), quanto sul piano socio-economico globale per le scelte che ne conseguiranno.
Sullo scenario provinciale la Costiera è rappresentata da due esponenti di partiti minori dell'area del centro-destra: Pietro Sagristani per l'Udc e Raffaele Apreda per i Consumatori dell'avv. Pisani, quest'ultimo un partito praticamente all'abbisogna con "funzione taxi" per qualcuno e in grado di conferire peso politico al suo leader.
Andranno a comporre la "cabina di regia" con la quale il Presidente Cesaro intende affidare ai Consiglieri un presunto ruolo nel governo dell'Ente, in ciò attenendosi scrupolosamente a quanto la legge prevede facciano i consiglieri (provinciali o comunali che siano), di fatto privandoli di qualsiasi potere e di rappresentatività rispetto ai territori che li hanno eletti.
Per semplificare: ma che cosa ci sta a fare Sagristani alla Provincia se dovrà preoccuparsi di verificare l'attuazione di un programma politico che forse neanche conosce visto i suoi trascorsi e soprattutto che cosa dirà ai suoi elettori, che certamente lo inonderanno di sollecitazioni e di richieste pensando di avere a che fare con lo stesso Sagristani ex assessore alle politiche sociali di appena qualche mese fa?
Presto sarà chiaro a tutti che i nuovi riferimenti e interlocutori con potere decisionale sono personaggi che nulla o quasi hanno a che fare col territorio, alcuni legati da rapporti e vincoli privati con persone della costiera, ma che rispondono al Presidente e che neanche li conoscono molti dei Consiglieri provinciali, nè questi hanno una dimensione o una personalità per riferirsi a loro con autorevolezza.
Piuttosto dovranno negoziare di volta in volta favori e prebende, entrare in qualche partecipata (ma Cesaro le vuole abolire per esigenze di bilancio)chiedere a qualche Assessore di venire sul territorio per dimostrare che loro pur contano qualcosa: soprattutto dovranno "ricattare" il Presidente minacciandolo di non sostenerlo se non soddisferà le loro richieste.

Una tecnica che, se non la conoscono, certamente impareranno presto a usare, ma che li potrebbe esporre a qualche rischio perchè bisogna pur saper fare la differenza tra le persone e i contesti nei quali si agisce!
Per il resto non hanno alcuna funzione e non potranno concorrere, se non nell'immaginario che eventualmente sapranno alimentare attorno alle proprie persone a Sant'Agnello o a Sorrento, al governo effettivo della Provincia.
Per Apreda sarà certamente meno choccante che per Sagristani, visto che quest'ultimo ha potuto toccare con mano che cosa significa gestire potere e far pesare le proprie esigenze direttamente nell'esecutivo.
Da oggi non è più così e non avendo Sagristani neanche un ruolo politico nel suo partito minore (Udc) come capogruppo, funzione che comunque gli avrebbe permesso di aver voce e di contare qualcosa, dovrà inventarsi una vera e propria strategia per non smarrire, nel giro di pochi mesi, il proprio pacchetto di voti dando addio alle sue ambizioni di politica maggiore nella quale, per la verità e analizzando seriamente le cose, non è mai riuscito ad entrare, nel centro-sinistra come nel centro-destra.

(on.le ciriaco de mita Udc)
Per di più commettendo l'errore di essersi dimostrato troppo spregiudicato e inaffidabile rispetto al PD (ma non dimentichiamo che approdò al centro-sinistra per tramite la Magherita dopo essere stato in Forza Italia), comportamento che i nuovi alleati di centro-destra tengono ben presente, perchè di lui diffidano e non gli consentiranno di ripetere!
Tutto questo Sagristani non l'aveva messo nel conto e il suo peso politico a livello napoletano è praticamente inesistente.
L'Udc certamente ci ha guadagnato dal consenso che Egli è stato in grado di portare insieme ai suoi colleghi di provenienza anch'essi PD, ma questa è anche la debolezza di questo UDC dove è sempre e solo l'On. De Mita a tirare le fila dei ragionamenti. E potrebbe anche riportarlo in area di centro-sinistra da qui alle prossime elezioni regionali, tanto la Campania è e resta un "contesto straordinario" dove il parito di Casini sperimenta tutto e il contrario di tutto.
Presto anche il consigliere Apreda, al di là della buone intenzioni e tramontato l'entusiasmo, si accorgerà di non contare nulla e rimpiangerà la perdita della poltrona di assessore a Sorrento.
Basterà che giri un po' per gli uffici della Provincia per rendersene conto e per capire che lì neanche lo conoscono nè intendono farlo oltre il dovuto, dipendenti e funzionari dell'Ente.
Anche lui dovrà fare i conti con un partito, il suo, che non c'è e con l'esigenza di doversi saper spendere nelle nuove vesti sul piano locale, a Sorrento, per non tentare di andare a traino di Marco Fiorentino senza riuscire a capitallizare questa fortunosa elezione provinciale.
Nella prospettiva Apreda e soprattutto Sagristani si renderanno conto che restando nelle formazioni che li hanno visti eleggere non hanno alcun futuro politico.
A loro si prospetterà il dubbio amletico: restiamo dove siamo o passiamo nella casa madre del PDL per cercare almeno di rosicchiare qualcosa?
Perchè Cesaro&Co del resto dovrebbero sostenerne l'azione politica territoriale, loro che sono alleati del PDL, non sono il PDL?
Se lo sono posti o no questo interrogativo i buon Sagristani e Apreda?
Forse il primo si, il secondo lo farà presto.
(1 - continua)
Etichette: politica e territori
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