giovedì 3 settembre 2009

Una straordinaria iniziativa del Sen. Lauro: abolizione dei privilegi per i politici

Il Senatore Raffaele Lauro (PDL) si è fatto promotore di una straordinaria iniziativa destinata a scuotere il mondo politico-parlamentare, ma che risponde a una diffusa domanda della pubblica opinione. Il disegno di legge è stato comunicato alla Presidenza del Senato il 22 luglio scorso e riguarda:


Disposizioni in materia di prerogative, benefıci e vantaggi connessi
all’esercizio di cariche e di incarichi pubblici


DICHIARAZIONE DEL SEN. RAFFAELE LAURO

“Il disegno di legge é finalizzato ad eliminare tutti i benefici, di qualsiasi natura o caratteristica, senza eccezione alcuna, a vantaggio di coloro che abbiano ricoperto una carica pubblica, istituzionale od elettiva, e per tutti i livelli di governo, centrale o periferico. Nella consapevolezza che, con una legge ordinaria, non sia possibile intervenire su materie che sono costituzionalmente riservate alla autonomia degli organi costituzionali, si é ritenuto opportuno sancire, all’articolo 1, un principio di carattere generale, che escluda benefici o vantaggi per coloro che abbiano cessato l’esercizio di cariche pubbliche e che possa costituire una norma di indirizzo per tutti gli organi costituzionali, nessuno escluso. Lo spirito, con il quale i costituenti avevano inteso assicurare agli organi costituzionali una piena ed intensa autonomia, sottraendo alla fonte legislativa la competenza a disciplinare su materie attinenti allo status e all’attività dei propri membri, si fondava sulla legittima e condivisibile esigenza di garantire una tutela ampia a soggetti chiamati ad esercitare funzioni di altissimo rilievo nella vita dello Stato. Lo spirito dei costituenti, con il passare degli anni, é stato sostanzialmente tradito e, attraverso un processo di progressiva stratificazione degli interna corporis acta, si sono venuti consolidando veri e propri privilegi, non solo a vantaggio dei membri dei singoli organi costituzionali, ma anche di coloro che ne avevano fatto parte in precedenza. Si tratta di una prassi inconciliabile con un regime autenticamente democratico, che trova il fondamento nel principio di uguaglianza, calato nell’articolo 3 della Costituzione Repubblicana. La tutela dell’onorabilità, della dignità e della trasparenza dell’operato degli organi costituzionali, nessuno escluso, passa attraverso l’abolizione radicale di tutti questi privilegi. Ciò vale, a maggior ragione, per il Parlamento, centro del sistema istituzionale, e per gli ex membri delle due Camere. Le polemiche antiparlamentari che, in tempi remoti, hanno messo in crisi lo Stato liberale, aprendo la strada ad un regime totalitario e illiberale, e che, di volta in volta, riaffiorano nella pubblicistica contemporanea, non saranno tacitate dalla riduzione del numero dei parlamentari (che, in realtà, rappresenta un falso problema!), ma dall’efficienza del lavoro parlamentare, garantita da una riforma dei regolamenti, e dalla soppressione di ogni ingiustificato privilegio o, ancor più, di ogni vitalizio. Qualunque ragionevole benefit, finalizzato al miglior esercizio del mandato, se é tollerabile per il parlamentare in carica, diventa del tutto intollerabile dopo la cessazione del mandato stesso. In uno Stato democratico, non é ammissibile, e non solo in tempo di crisi economica, che le persone o i soggetti che hanno ricoperto incarichi istituzionali, anche rappresentativi e di natura elettiva, possano, per anni, o in termini addirittura vitalizi, dopo la cessazione della loro carica, godere di privilegi legati al loro precedente status, come uffici, personale pubblico, auto, scorte, franchigie varie e diverse sul trasporto o altri servizi. All’articolo 2 si interviene direttamente nei confronti di tutti quei soggetti, la cui attività e le cui funzioni sono regolate con legge dello Stato. Si prevede, al riguardo, che i titolari di qualsiasi carica di Governo o di qualsiasi incarico pubblico con responsabilità di direzione e di gestione, dal giorno successivo alla cessazione della carica o dell’incarico, decadano automaticamente da ogni beneficio legato a quella carica. Sono inoltre previste, in caso di trasgressione, adeguate sanzioni penali, nonché l’obbligo della restituzione dei benefici e dei vantaggi indebitamente fruiti e il risarcimento del danno alle competenti amministrazioni. Al fine di assicurare che anche le Regioni adottino una disciplina analoga, si stabilisce che le disposizioni del presente disegno di legge siano da intendersi come princıpi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica.”

Diffondiamo e sosteniamo questa iniziativa che ripristina quell'uguaglianza civica che tanto sta a cuore a quanti concepiscono la politica come "servizio".

Etichette:

1 Commenti:

Alle settembre 04, 2009 5:55 AM , Blogger Giuseppe Coppola ha detto...

finalmente una proposta coraggiosa.
Sicuramente non sarà questo che risolleverà le sorti dell'economia, ma oggi come oggi, i cittadini chiedono dei segnali soprattutto dai propri rappresentanti nelle cariche pubbliche.
Questa proposta la onora egregio Senatore.
Giuseppe Coppola
consigliere comunale sant'agnello

 

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page