domenica 6 dicembre 2009

Casinò a Sorrento, il vice sindaco Rosario Fiorentino pronto a presentare una delibera di adesione in giunta

SORRENTO - Si infiamma la polemica politica sull'istituzione delle case da gioco nei centri turistici italiani, tra cui Sorrento. Il vice sindaco Rosario Fiorentino annuncia la imminente presentazione di una specifica delibera all'approvazione della Giunta comunale per "tagliare la testa al toro" e rispondere a quella che è considerata "un'importante aspettative degli operatori turistici sorrentini". La scorsa settimana proprio il vice sindaco Fiorentino, insieme all'ex vice sindaco Mariano Russo, imprenditore turistico, ha tenuto una conferenza stampa per annunciare le iniziativa e soprattutto per contrastare la presa di posizione del Sen. Raffaele Lauro e del PDL sorrentino per tramite il coordinatore Giuseppe Stinga contrari all'istituzione del Casinò a Sorrento.
Insomma un argomento che spacca il centro-destra visto che a dar mano forte a Rosario Fiorentino si è aggiunto l'On. Fulvio Martusciello (PdL) che si è schierato apertamente a favore del Casinò a Sorrento. Nasce così un fronte pro-casinò che si ritiene maggioritario in termini di consensi nel Paese e che contesta fortemente le preoccupazione espresse da Lauro, insieme ad altri 100 parlamentari, circa i pericoli legati all'inflitrazione camorristica nelle realtà dove ci sono case da gioco. Nei giorni scorsi è scesa in campo anche l'ANIT, l'Associazione Nazionale per l'Incremento Turistico, che policamente ha detto: “Basta emendamenti su nuovi casinò, si banalizza la questione”.
L'argomento ha avuto ampio spazio sul sito www.giochiegioco.com e lo riportiamo integralmente.
Trattando questo sito di un'informazione specializzata, è senz`altro doveroso riferire ogni fatto utile alla comprensione del complesso e (poco) dibattuto mondo dei casinò. Ma dobbiamo confessare un certo imbarazzo - e sicura noia - nel riportare notizie che ormai non fanno più notizia neppure per noi che ce ne occupiamo per mestiere. Mi riferisco ai soliti emendamenti sui nuovi casinò, puntualmente presentati a ogni Finanziaria e puntualmente respinti al mittente. Senza, peraltro, che ciò provochi una benché minima ripercussione sul piano politico". È quanto scrive il portavoce dell'Anit (Associazione nazionale incremento turistico) a seguito della ripresentazione, anche nella Legge Finanziaria 2010, di emendamenti contenenti la proposta di riaprire nuove case da gioco in Italia. "Non che l'argomento abbia portata tale da turbare il sonno alla nostra immarcescibile compagine parlamentare, ma il piglio con cui l'Mpa si ostina a produrre inutili montagne di carta sulla materia fa dubitare della reale intenzione degli autonomisti di portare a conclusione la loro "missione". Che rischia di rimanere appunto sulla carta, nonostante la grinta del loro leader Raffaele Lombardo", scrive il portavoce. "In Commissione Bilancio alla Camera, nella pioggia di emendamenti presentati dai vari schieramenti sulle più disparate questioni (tutto, in fin dei conti, ha rilevanza economica...), non poteva mancare il solito riferimento all`apertura del casinò di Taormina e nelle regioni meridionali. Alla dichiarazione di inammissibilità dell`emendamento, il gruppo di firmatari guidato da Roberto Commercio ha presentato ricorso, immancabilmente respinto oggi pomeriggio. Speriamo che non venga ripresentato in aula, altrimenti saremo costretti a sorbirci la solita bocciatura, magari condita di qualche strale alla "senatore Lauro", che solleverà le solite (ipocrite) motivazioni etiche e l`onnipresente "pericolo criminalità", della cui devastante portata ci si accorge solo quando si parla di case da gioco.
La domanda, a questo punto, è lecita (oltre che fortemente evocativa): a che gioco giochiamo? Possibile che non si capisca che se davvero ci fosse la volontà del Parlamento di legiferare in materia, si incomincerebbe a porre mano alle ventitré proposte che giacciono - intonse - nelle rispettive commissioni di Camera e Senato? (Nè regge la tesi secondo cui è più opportuno veicolare la discussione su una materia così controversa in "modo indiretto" piuttosto che "esplicita").
Possibile che non si comprendano i reali interessi delle parti in causa, a iniziare da quelli dei dicasteri di Economia e Interni? E che si trascuri di considerare le posizioni di assoluta contrarietà da parte dei "soliti noti" (ma anche degli ignoti)? D`accordo che si debba insistere nel proporre la questione. Ma che lo si faccia nelle forme e con i mezzi più utili alla causa, magari previa consultazione con enti, associazioni e persone che in materia hanno accumulato lustri di esperienza. Altrimenti il risultato sicuro è che a furia di bocciature, l`argomento, già di per sé non vitale per la sopravvivenza umana, rischia di essere così banalizzato che non se ne vedrà più il senso
".

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