mercoledì 27 maggio 2009

Spazio autogestito: intervista ad Antonio Volpe, candidato alla Provincia con i Repubblicani Democratici,

Dalla scuola all’associazionismo, al volontariato e oggi alla politica. Per Antonio Volpe, 49 anni, docente di filosofia e storia al liceo classico “P.Virgilio Marone” di Meta, la candidatura alle elezioni provinciali rappresenta un ritorno in prima linea dopo l’esperienza di amministratore comunale a Piano di Sorrento negli anni 80-90.
E’ il candidato dei “Repubblicani Democratici” che sostengono la candidatura del Prof. Gino Nicolais alla presidenza della Provincia e Volpe rappresenta quell’elettorato moderato, impegnato e attento a interpretare la politica come servizio per il prossimo con una particolare predilezione per i grandi temi di interesse pubblico.
Prof. Volpe, la sua è una delle poche candidature che nasce non da accordi politici ma dalla sua disponibilità a parlare dei problemi della gente. Su che cosa concentrerà il suo lavoro se verrà eletto alla Provincia?“Credo che oggi più che mai ci sia bisogno di assicurare un protagonismo effettivo alle comunità che vivono quotidianamente le problematiche della casa e quindi della programmazione urbanistica; quelle scolastiche legate alla sicurezza degli edifici che ospitano alunni e docenti per svolgere un’attività didattica razionale e in contesti adeguati oltre che attrezzati; quelle ambientali per tutelare il nostro patrimonio che ha un inestimabile valore economico e dal quale dipendono delicati e generali equilibri della società; quelle dell’ associazionismo e del volontariato non esclusivamente legato al settore della cooperazione il cui ruolo e le cui attività sociali sono preziose per il progresso innanzitutto civile della nostra realtà. Insomma ragionare e confrontarsi con i temi di competenza dell’Amministrazione Provinciale e lavorare, con intelligenza e lungimiranza, anche in stretto raccordo con gli enti locali. Inoltre intendo costituire una consulta permanente del mondo del volontariato per promuovere un confronto in grado di animare nuove esperienze e contaminare positivamente soprattutto le giovani generazioni”.
Come docente lei vive ogni giorno il confronto con i ragazzi nella scuola…“La scuola è un osservatorio privilegiato per chiunque opera nel mondo giovanile, con i giovani e per i giovani…Da questo osservatorio possiamo comprendere il disagio dei nostri ragazzi, il loro sottrarsi a un processo di crescita per omologarsi alle tendenze imposte dal mercato…Garantire ai giovani scuole accoglienti, sicure, dotate di quello che occorre per svolgere una didattica moderna significa investire sulle nuove generazioni e la Provincia ha competenze e quindi responsabilità importanti. L’agibilità di una scuola e la sua piena fruibilità sono una risorsa per la comunità: questo deve essere chiaro a tutti, perciò occorre lavorare gomito a gomito con i Comuni”.
Sulla programmazione urbanistica della provincia qual è il suo orientamento?“Assolutamente non dobbiamo distruggere il residuo territorio che rappresenta una risorsa vitale sotto tutti i punti di vista, non solo ambientale, ma occupazionale e quindi economica. Salvaguardia quindi, ma attuare interventi di edilizia pubblica per rispondere alle aspettative di giovani alla ricerca di una casa. L’edilizia pubblica e convenzionata deve rientrare nella programmazione territoriale e quindi anche il PTCP deve offrire concrete possibilità di attuare questi programmi. Inoltre dobbiamo creare ambienti vivibili, spazi verdi e attrezzati dove vivere le città e sviluppare quella cultura della sostenibilità globale che rappresenta l’unica strada da percorrere se vogliamo dare ai nostri figli e nipoti un futuro. La Provincia è perciò una cerniera tra il territorio inteso come Comuni e la Regione che attua le politiche nazionali ed europee. Abbiamo tempo fino al 2013 per spendere le risorse comunitarie e quindi dobbiamo attrezzarci per farlo e bene”.
Che cosa chiede agli elettori?“Chiedo un voto di stima e di fiducia per consentirmi di lavorare su questi progetti e di dare il mio contributo di esperienza, oltre che di entusiasmo, per promuovere la rinascita socio-economica e culturale della nostra provincia. C’è bisogno di rinnovare la classe dirigente e dobbiamo introdurre nella dialettica politica il confronto delle idee e delle abilità nell’attuarle al servizio dei cittadini. C’è una generazione, la mia, che ha molto da dire e da fare per il bene comune e io sto qui per testimoniarlo, ma soprattutto per lavorare seriamente al servizio della comunità! Il mio motto è l’ottimismo della ragione, la forza del dialogo e il coraggio delle scelte. A buon intenditore poche parole”.
a cura di Alessandra Venditti

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