Alimenti contraffatti...Carabinieri in azione in Penisola Sorrentina!
SORRENTO - Carabinieri e Autorità di Pubblica Sanità - servizi veterinari - hanno proceduto al sequestro di svariati quintali di prodotti alimentari destinati alla pubblica ristorazione rivenuti in cattivo stato di conservazione o privi delle certificazioni di legge sulla provenienza.
In qualche caso addirittura contraffatti e spacciando prodotti ittici surgelati per freschi.
Insomma, grazie all'intervento delle diverse polizie, meno prodotti adulterati o di provenienza incerta sono finiti sulle nostre tavole a ferragosto. Implicito il ringraziamento alle forze dell'ordine per la preziosa attività svolta, mentre non si può non denunciare con forza il grave danno d'immagine che deriva alla Costiera per episodi di questo tipo che imprenditori turistici senza scrupoli non esitano a portare a compimento infischiandosene dei danni che ne derivano a tutto il settore oltre a minacciare, in qualche caso, la salute dei consumatori.
Se l'azione di prevenzione e di repressione svolta dalle autorità di vigilanza è preziosa e importante, non si comprendono le ragioni per cui, di fronte al ripetersi di questi gravissimi episodi, gli operatori turistici e ristoratori onesti esitano ancora a pretendere la pubblicazione dei nomi dei disonesti in modo che ciò funga da concreto deterrente per le conseguenze che ne derivano presso i consumatori.
E' chiaro che, oltre alle contravvenzioni, ritrovarsi nella lista di chi froda il consumatore e utilizza cibi non certificati o addirittura adulterati significa subire un danno reale.
Solo così si può scongiurare il ripetersi di questi epidosi molto gravi. Inoltre le associazioni di categoria dovrebbero costituirsi parte civile nei procedimenti giudiziari conseguenti proprio a dimostrazione di un impegno concreto a tutela della qualità della ristorazione, dell'accoglienza e della salvaguardia della sicurezza alimentare. Ecco un altro modo di elevare la qualità dell'offerta turistica, ma su questo argomento nessuno degli addetti ai lavori, anche l'illustre Alfonso Iaccarino, fa sentire la propria voce.
Lo faccia e non potrà che ottenerne ulteriori apprezzamenti.
Non è possibile infatti che una realtà come la Costiera finisca nel giorno di ferragosto sulle prime pagine dei giornali per azioni di questo tipo legate alla distribuzione e commercializzazione dei prodotti alimentari.
Si somma danno a danno e qualcuno deve avere il coraggio di dirlo, di gridarlo forte.
Per esempio non si comprende come mai tanto pane di provenienza dall'hinterland napoletano (area nolana e vesuviana) venga venduta, spesso abusivamente, negli esercizi commerciali della penisola: si tratta forse di un'imposizione?
Non sarebbe male indagare visti gli interessi malavitosi e le azioni criminali che i celano dietro il mercato del pane nel napoletano.
Se non si prende il toro per le corna c'è il rischio che i resonsabili dei danni assumano il ruolo dei tutori di questi interessi contaminando definitivamente queste aree costiere.
Etichette: politica e attualità
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