Sorrento, tanto tuonò...che piovve: Iaccarino lascia la Giunta
SORRENTO - Alla fine Saverio Iaccarino (Udc), consapevole dell'imminente sostituzione, ha anticipato il sindaco Marco Fiorentino rassegnando le dimissioni da assessore-vice sindaco e depositando al protocollo dell'ente un articolato documento di critica all'operato del primo cittadino e dell'Amministrazione.
Mossa tardiva, ma che consegue un effetto: quello di non lasciarsi scaricare da Fiorentino e di intraprendere il percorso di costruzione della lista guidata da Pietro Sagristani che sfiderà il successore di Fiorentino la prossima primavera.
Hanno trovato piena conferma le nostre anticipazioni del 3 agosto, nè poteva essere altrimenti visto che il Sindaco non può attendere oltre per portare a termine un riassetto di giunta che si annuncia comunque delicato e difficile per una ragione molto semplice: non sarà lui il candidato sindaco del centro-destra alle prossime elezioni e questo lo pone indubbiamente in una posizione di debolezza politica, fortemente percepita da alleati ed avversari che, ovviamente, ne approfittano per fare i propri giochi.
Le ipotesi su cui il Sindaco sta lavorando sono due: passare il testimone all'assessore Rosario Fiorentino in preda da mesi di uno straordinario ed efficace movimentismo politico atto ad acquisire visibilità per giocare da protagonista la partita decisiva della sua carriera politica; in alternativa puntare sul consigliere Mariano Ponticorvo che insieme a Giuseppe Cuomo potrebbero puntare al successo. Ovviamente mettendo fuori gioco parte del PDL, quello del Sen. Raffaele Lauro e di Giuseppe Stinga che invece punterebbero all'alleanza con l'Udc di Sagristani.
A questo punto il Sindaco avrebbe confidato ai suoi fedelissimi che, pur se a malincuore, qualora dovesse verificarsi l'alleanza Lauro-Sagristani lui sarebbe costretto comunque a candidarsi quale capolista della lista che guiderà la coalizione a sostegno del suo successore.
In questo modo capitalizzando in chiave elettorale i dieci anni di governo della città, dando un segnale forte al Paese che saprebbe di aver sempre Marco Fiorentino in campo e con un ruolo di primo piano: capogruppo della futura maggioranza o addirittura assessore nell'esecutivo per accompagnare il nuovo Sindaco nello start up amministrativo. Un piano che rischia di sconvolgere i progetti degli avversari di Fiorentino e che potrebbe rivelarsi aggregante molto di più di quanto sia dato al momento di immaginare.
Per Fiorentino si tratterebbe di conservare legittimamente il timone del Comune e di guardare da una posizione di maggior forza i prossimi appuntamenti elettorali e giocare, eventualmente, un ruolo su altri scenari non da estraneo della politica locale e senza riferimenti diretti in Municipio.
In pratica la stessa cosa che avrebbe dovuto fare Sagristani l'anno scorso quando gli è succeduto alla poltrona di sindaco Gianmichele Orlando: candidarsi quale capolista della lista di Orlando con queste stesse motivazioni e da quella posizione strategica continuare a fare politica sul Comune e sul territorio, esercitando un "controllo legittimo" sull'operato del suo successore e tenendo aggregati i suoi uomini.
All'epoca Sagristani non ebbe il coraggio o, meglio, la spregiudicatezza politica di fare l'unica operazione che gli avrebbe consentito di non sentirsi "estreneo" sul proprio Comune: tentò un recupero facendosi nominare assessore, per rendersi però subito conto che la soluzione era peggiore del male e soprattutto non adeguata al contesto ed al suo progetto di tornare, nei panni di salvatore della patria, alla guida del municipio: alla fine mollò la carica per non mettere a rischio l'elezione provinciale e tutta la sua strategia.
Oggi Marco Fiorentino può far tesoro di questa esperienza e soprattutto del lavoro prodotto in questi anni, restando in campo e sottoponendosi da consigliere alla prova elettorale drenando, sicuramente, un cospicuo consenso in grado di mettere in serissima difficoltà qualsiasi lista o coalizione concorrente.
Il tempo per decidere c'è ed in questa prospettiva il rimpasto della giunta assume un significato ed implicazioni completamente diverse che nè Saverio Iaccarino nè il PDL hanno previsto.
Etichette: politica amministrativa
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