Camorre e Mignotte...è la Monnezza di Napoli e dell'Italia di oggi!
Ieri a Villa Fondi Sandro Ruotolo, giornalista di RAI 3 in forza alla scuderia di Michele Santoro, ha presentato insieme a Mariella Nica il libro "La casta della monnezza" di Vincenzo Iurillo, giornalista e oggi anche scrittore.
E' stata una delle tante e ben riuscite presentazioni di quest'opera prima...Altre ce ne sono in programma, fra cui alle Axidie a Vico.
Il pubblico è stato quello delle grandi occasioni, sicuramente incuriosito dalla presenza del Ruotolo televisivo, ma non credo molto al tema, tranne che per alcune "presenze schierate" e identificate.
Ebbene vogliamo aggiungere un riflessione e un suggerimento per i prossimi appuntamenti partendo dall'introduzione che ha fatto Ruotolo: alle presentazione non si parla del libro ma del tema, lasciando poi ai lettori che l'acquistano l'approfondimento incuriositi dal dibattito che si è stati in grado di animare sull'argomento.
Credo che questo sia il significato esatto da dare alla presentazione di un qualsiasi libro, ma i nostri protagonisti non l'hanno seguìto soffermandosi prevalentemente su episodi e uomini specifici narrati nel volume e su circostanze in gran parte sconosciute alla maggior parte dei presenti.
Il tutto senza dimenticarci che Piano di Sorrento, come il resto della Penisola, è una comunità a prevalente vocazione di centro-destra...Il che è sufficiente per comprendere le implicazioni del nostro ragionamento.
"La casta della monnezza" si inserisce nel filone dei libri dedicati al malcostume e al malgoverno italiano, Travaglio docet, e certamente accende in modo efficace i riflettori su tanti episodi, su personaggi dell'una e dell'altra parte politica che, con i propri comportamenti, poco o nulla hanno a che vedere con la cura degli interessi collettivi.
Messi in ordine e sviluppato un ragionamento illuminato grazie all'ottimo lavoro svolto da Iurillo e De Stefano, assumono un significato particolarmente sconcertante, tanto più in un contesto socio-culturale sensibile.
A nostro avviso questo contesto, a Villa Fondi come in altre realtà della costiera, non c'è o, meglio, è residuale per minoranze ben identificabili.
Quello che è mancato è stato un approfondimento proprio su questo contesto socio-culturale nel quale il lavoro di Iurillo va a inserirsi per stimolare una presa di coscienza civile, ancor prima che politica.
Quindici anni dopo Tangentopoli e dopo la "cura-Berlusconi", ci si ritrova a parlare di "questione morale", di "corretta amministrazione", di "sane pratiche di governo" in una società che intanto è profondamente cambiata, assuefacendosi a un certo modo di intendere e di praticare l'impegno pubblico e quindi, a nostro avviso, refrettaria a recepire ragionamenti che vanno in direzione opposta al comune sentire prevalente.
E sicuramente non è cosa da poco la mutata sensibilità socio-culturale dell'Italia manipolata da un'informazione sempre meno indipendente, involgarita e perciò incapace di fare la differenza su quelli che sono i legittimi e superiori interessi collettivi e la loro tutela.
Che è poi la filosofia che ispira il libro e il filone in cui esso si inserisce.
Lo scenario italiano è profondamente cambiato in questi anni, si è imposta una filofosia politica che ha sostituito i valori fondamentali della partecipazione, del confronto e anche dello scontro sui temi e sui contenuti dell'azione di governo con tutt'altri valori e filosofie che ispirano la cosiddetta "mignottocrazia", termine coniato da Paolo Guzzanti (ex senatore del PDL), valore che sovrintende alla politica di governo senza che l'opposizione sappia elaborare una qualsiasi alternativa culturale, ancor prima che politica.
Tanto che oggi è possibile leggere sul "Corriere del Mezzogiorno" l'intervista a tale Francesca Pascale (24 anni) neo consigliera provinciale a Napoli che afferma: "Adoro Berlusconi. Politica e spettacolo? La stessa cosa".
La signorina appartiene alla scuderia delle invitate alle feste del Premier e fa esibizione del suo livello culturale dopo aver "lavorato" a Telecafone con Oscar Di Maio.
Ma che cosa ci si può aspettare da gente come questa cui affidiamo le sorti dell'Amministrazione Provinciale di Napoli: dalla padella del centro-sinistra finiamo nella brace del centro-destra!
Cari Iurillo e Ruotolo, è questa l'Italia nella quale viviamo, sono questi i modelli di successo imposti da un sistema di governo che, a tutti i livelli, impone mignottocrazia e servilismo. E voi lo sapete molto meglio di noi!
Il sistema elettorale vigente, di cui tutti si lamentano, ma che non trova alcuno pronto a mettere mano nel tentativo di cambiarlo, consente a Berlusconi&Co di ripagare le sue "mignotte" anche con posti nelle istituzioni: parlamento, italiano ed europeo, governo, ministeri, regioni e così via. E c'è spazio pure per i fedelissimi e dipendenti del Capo.
Idem dicasi per il centro-sinistra che pure ha le sue "mignotte", servili con Bassolino così come con Rutelli e gli altri leader del variegato universo PD e affini...
Ai quali i collegi blindati servono per sistemare, cioè per dare lavoro, a disoccupati cronici, cioè a gente che non ha mai lavorato nella propria vita tranne che per fare politica esibendo fedeltà assoluta al proprio Capo, ai propri parenti (mogli, figli, amanti. etc...) e alla corte di professionisti comprati a suon di consulenze.
Questa è la Monnezza e non so come si può tirar fuori la testa... Ancora di più a Napoli e in Campania dove il centro-sinistra è molto peggiore del centro-destra: le camorre hanno tanti volti, che non sono solo quelli dei verbali di interrogatori o dichiarazioni di pentiti.
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