...E' 'o Popolo ch' 'o 'bbò!
La vogliono buttare sempre e solo in politica...Mai che si ragionasse di questioni giudiziarie per smentirle con atti, fatti, testimoni e nelle sedi competenti. Dopo Cosentino, il sottosegretario all'economia e coordinatore regionale del PDL sulla cui testa pende una richiesta di arresto presso la Giunta per le autorizzazionia procedere della Camera dei Deputati, è la volta del neo-presidente dell'Amministrazione provinciale di Napoli, l'On. Luigi Cesaro, anch'egli parlamentare del PDL, il quale ha dichiarato a "Il Giornale" di sentirsi nelle medesime condizioni del collega Cosentino. Tintinnar di manette da parte di una qualche Procura che indaga senza avergli mai detto di essere oggetto di indagini, fughe di notizie e rivelazioni inattendibli di pentiti che gettano solo fango su persone perbene! Insomma la solita litania che ormai tutti sciorinano allorquando devono confrontarsi con inchieste e accuse da parte della Magistratura. Tanto per essere chiari e per non dispiacere a qualcuno che vorrebbe si parlasse sempre e solo della parte avversa, lo stesso discorso vale anche per il centro-sinistra, campano in particolare. Quindi guardiamo oltre e ragioniamo su quella che, secondo i nuovi "perseguitati della giustizia" dovrebbe essere la corretta impostazione del teorema politico-giudiziario.
Allorquando un Magistrato si dovesse imbattere, nell'ambito di una qualsiasi inchiesta, in un "eletto dal popolo" investito, cioè, della responsabilità di governare una Provincia, una Regione, il Governo ma, ovviamente, anche un Comune o una Città prima di assumere qualsiasi decisione deve consultare l'archivio elettorale presso la Prefettura di competenza e accertarsi del numero dei voti che il potenziale indagato ha ottenuto. Di fronte allo straordinario consenso di popolo si deve necessariamente fermare ogni iniziativa giudiziaria perchè "è 'o popolo ch' 'o 'bbò".
Ma quali inchieste e quali manette...Se mi ha eletto il popolo sovrano sono al di sopra di tutto, al di sopra della legge, nessuno mi può e mi deve toccare e se lo fa è soltanto per una logica politica, per favorire gli avversari.
In questo senso il quotidiano "Il Giornale" oggi propone un'intervista al Presidente Cesaro il quale dichiara di sentirsi "candidato alle manette"...denuncia la sua situazione e dice: «Il mio caso è in fotocopia a quello di Cosentino». Cesaro punta il dito contro la stampa, rea di aver rivelato «atti coperti dal segreto istruttorio» e contro i magistrati, che non lo hanno voluto ascoltare: «A sentire i pm ad oggi non sono nemmeno indagato. Non sono indagato e vogliono arrestarmi, bah, qualcosa non va». Per Cesaro le analogie tra il suo caso e quello di Cosentino sono evidenti: «La verità - osserva - è che ci troviamo di fronte a un’offensiva per far fuori una classe politica nuova, fortissima, che è cresciuta insieme e che ha ottenuto successi insperabili in Campania». E, anche in caso arrivasse alla Camera una richiesta di arresto per lui, non si farebbe indietro: «No, non mi dimetto perchè sono stato votato da oltre un milione di persone».
Cesaro respinge tutti i sospetti sollevati intorno al suo nome e alla sua famiglia e ragiona: «Qui in realtà ci troviamo di fronte a un attacco violentissimo a Berlusconi e a un uomo di sua stretta appartenenza che in Campania ha fatto miracoli». Il quotidiano Il Mattino, da oggi nella nuova versione grafica, rilancia le dichiarazioni che sono state riprese dalle agenzie e dai tanti blog che discutono di questi temi.
Secondo questo ceto politico se Totò Riina potesse candidarsi alle elezioni e la Sicilia, ma non solo, gli tributerebbe migliaia e migliaia di voti promuovendolo nelle istituzioni, ciò sarebbe sufficiente a renderlo un intoccabile da parte della Magistratura ed anche un perseguitato se ne invocasse l'arresto.
Da qui non si sfugge e allora appare sempre più realistica l'idea che le mafie oggi candidino e facciano eleggere propri rappresentanti nelle istituzioni e che puntualmente poi incappino in qualche inchiesta che li trova accusati di associazione esterna con la mafia e così via.
Come cittadini e attenti osservatori della quotidianità non possiamo non rilevare e non denunciare questa aberrazione perchè saremo noi a pagarne le maggiori conseguenze, le future generazioni cui non dedichiamo quell'attenzione che meritano perchè rappresentano "noi nel futuro".
Etichette: politica e magistratura
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